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Monte Rushmore, l’uomo che scolpì i volti dei presidenti americani era italiano

La celebre montagna in South Dakota dove si possono osservare i visi di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln furono realizzati da Luigi Del Bianco, originario di Meduno, in provincia di Pordenone. Che oggi viene celebrato con una targa al cospetto dei familiari.
A cura di Redazione Cultura
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Luigi Del Bianco, l'uomo che scolpì il Monte Rushmore nel South Dakota, era di origini italiane. E così oggi l'uomo originario della provincia di Pordenone, è stato ricordato con una targa alla presenza dei familiari. Ha ottenuto l'onorificenza di "capo intagliatore" in ricordo della sua abilità nella scultore. Con una cerimonia in pompa magna all'interno del parco nazionale ai piedi del Monte Rushmore.

La celebre montagna in Dakota del Sud raffigura quattro presidenti degli Stati Uniti d'America che hanno contribuito a migliorare il Paese. Un massiccio di granito scolpito a partire dal 1927 e terminato nel 1941, dove i visitatori possono osservare i visi di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln.  A realizzarlo fu Luigi Del Bianco, originario di Meduno, in provincia di Pordenone, Friuli.

Luigi Del Bianco nacque a La Havre, in Francia. Studiò a Vienna e a Venezia, poi dopo una lettera ricevuta da un cugino che viveva nel Vermont, si imbarcò e si trasferì negli Usa. A soli 17 anni, gli Usa lo accolsero a braccia aperte. Dopo diversi lavori e alla fine della guerra, il cognato gli trovò un impiego nel cantiere del Monte Rushmore.

Tra i 400 carpentieri, a Del Bianco era stato affidato l'incarico di dar vita alle espressioni dei volti. Un compito sicuramente complicato e molto importante, che l'uomo svolse con una maestria riconosciuta sia dai suoi colleghi che dal responsabile dei lavori Gutzon Borglum che, secondo le testimonianze "non avrebbe affidato a nessun altro questa mansione".

La sua abilità gli permise di "avanzare di grado" rispetto agli altri lavoratori. Del Bianco divenne il portavoce del gruppo ed era proprio lui a parlare direttamente con Borglum per dargli informazioni sulle attività previste, mentre dava vita a una piega delle labbra di Jefferson o allo sguardo di Washington.

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