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Mondiali di calcio in Russia, una petizione per fermare lo sterminio dei cani randagi

Per prepararsi ad ospitare la Coppa del mondo di calcio la Russia potrebbe uccidere migliaia di animali randagi. L’accusa lanciata da Ekaterina Dmitrieva, direttrice dell’organizzazione animalista City animal protection foundation.
A cura di S. P.
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Il prossimo giugno in Russia ci sarà il fischio d’inizio dei Mondiali di Calcio 2018 e, mentre mancano ancora dei mesi alla competizione, le associazioni animaliste locali si stanno battendo per denunciare lo sterminio dei cani randagi presenti nelle città che ospiteranno le partite. A lanciare l’accusa è Ekaterina Dmitrieva, direttrice dell’organizzazione animalista City animal protection foundation, che ha lanciato una petizione su Change.org firmata finora da oltre 650mila persone. Nella petizione chiede al premier russo Vladimir Putin, all’allenatore della nazionale russa Stanislav Cherchesov e al presidente della Fifa Gianni Infantino, di fermare la strage di animali randagi. Per il Governo russo, si legge su Lifegate, la vita di un randagio vale circa 130 euro: è questo infatti il compenso che prenderebbero i volontari ingaggiati per cercare e sopprimere gli animali prima dei Mondiali. Le autorità russe riterrebbero un problema la grande presenza di animali che vagano per le città che si riempiranno di tifosi per la Coppa del Mondo. Secondo quanto denunciato dall’attivista russa, il governo avrebbe stanziato circa 110 milioni di rubli destinati all’abbattimento di cani e gatti randagi tra Mosca, San Pietroburgo, Sochi e altre città.

Da parte sua il governo ha respinto le accuse, col vicepremier che ha riferito di aver incaricato le città di realizzare rifugi temporanei per cani e gatti randagi. Anche Vladimir Burmatov, capo del comitato per la protezione ambientale della Camera russa, nelle scorse settimane ha scritto una lettera al ministro dello Sport  chiedendogli di intervenire e praticare “metodi umani” nella gestione del problema degli animali randagi: “Ne va della reputazione del nostro Paese – ha scritto – non siamo così selvaggi da uccidere in massa gli animali per strada, buttare le loro carcasse sanguinanti nei veicoli e andare in giro per la città”.

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