Modena: padre uccise la piccola Erica, di 8 anni. Alla madre un indennizzo di 8.200 euro
Quantificare in termini economici il valore di una vita umana è impossibile, ma di certo è comprensibile l'amarezza di una madre che ha perso una figlia di appena otto anni nel constatare che quella vita "valeva" appena 8.200 euro.
Era il 17 gennaio del 2008 quando Antonio Bove, di Formigine, in provincia di Modena, uccise a coltellate la figlia Erica di 8 anni per poi suicidarsi. La mamma della bambina e vedova di Bove ha ora ottenuto dal giudice di Roma un indennizzo di 8mila 200 euro in base alla direttiva europea del 2004 in favore delle vittime dei reati violenti. Per il legale della donna, Claudio Defilippi, del Foro di Milano, si tratta di una "quantificazione errata e incostituzionale". Per questo la donna e il suo avvocato hanno deciso di ricorrere in appello e alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.
"L'omicidio-suicidio commesso dal coniuge – scrive il giudice – ha precluso un compiuto accertamento penale sulla vicenda e ancor più qualsivoglia statuizione risarcitoria". Il diritto della donna a ottenere l'indennizzo, tuttavia, secondo il giudice, "non può essere contestato". "Considerato che l'indennizzo, ancorché previsto dall'ordinamento europeo, costituisce in ogni caso un'elargizione di natura solidaristica posta a carico della collettività, ovvero della fiscalità generale e non un risarcimento in senso proprio, la quantificazione dell'ammontare non deve necessariamente coprire il danno nella sua interezza", ha motivato il magistrato. Tali ragioni sono state contestate dall'avvocato Defilippi, che ha ricordato che "ci sono due sentenze precedenti da me ottenute che riconoscono un indennizzo di 88mila e 100mila euro" sulla scorta della direttiva europea che costituiscono "un precedente perlomeno da eguagliare". "In questo caso – conclude Defilippi – significa che la direttiva non è stata applicata".