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Elezioni politiche 2018

Minniti: “Favorevole a un governo di unità nazionale con dentro il Pd”

Marco Minniti si dice disponibile a far parte di un governo di unità nazionale nel caso in cui al suo interno ci sia il Pd. Ma ricorda che dal 5 marzo la partita sarà nelle mani di Sergio Mattarella.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro dell’Interno Marco Minniti è disponibile ad entrare a far parte di un governo di unità nazionale se al suo interno ci sarà anche il Pd. Il titolare del Viminale è ospite questa sera di Porta a Porta e nella registrazione della puntata ha risposto a una domanda sul tema: “Farei parte di un governo di unità nazionale? Assolutamente sì, purché ci sia anche il mio partito”. Minniti ha sottolineato che dal 5 marzo “la partita è nelle mani solide ed equilibrate del presidente della Repubblica e spetterà a lui dare una soluzione alle grandi questioni che si porranno”.

Minniti ha argomentato la sua risposta positiva all’ipotesi di un governo di unità nazionale in cui magari fare il ministro: “Lei mi invita a nozze con questa ipotesi – ha detto il ministro – anche perché lo considererei un apprezzamento del mio lavoro, di cui non sono certo”. Minniti ha parlato anche della situazione interna al Pd: “Sulle candidature non ho rimproverato nulla a Renzi ma ho detto solo la mia opinione. Poi sono cosciente che c'è un momento in cui si discute e un momento in cui si combatte per il consenso con una leadership chiara che, nel nostro partito, è rappresentata da Matteo Renzi. Per questo auspico sempre uno spirito di squadra”.

Sui fatti di Macerata il ministro dell’Interno ha commentato la morte di Pamela Mastropietro: “Dobbiamo stare vicini ai familiari di Pamela. Quel suo sorriso è il sorriso dei nostri figli. Le indagini vanno avanti e ci sarà fermezza nell'inchiodare i colpevoli alle loro responsabilità. Pagheranno fino all'ultimo giorno, non per vendetta ma per giustizia e in questo caso la legislazione premiale non ha nessuna ragione di essere”.

E poi, sull’assalto xenofobo di Traini Minniti ha commentato: “Quella di Traini a Macerata è stata una rappresaglia cieca: la definisco rappresaglia perché lo facevano i fascisti e nazisti e Traini si è abbeverato al fascismo e al nazismo, ha letto quei libri, gli hanno trovato il Mein Kampf a casa. Una rappresaglia aggravata dall'odio razziale. Quello che ha fatto Traini è ingiustificato e ingiustificabile e chiunque tenta di giustificarlo non fa un buon servizio alla democrazia italiana”.

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