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Uccide la moglie a coltellate, i vicini: “Un orco, si sentivano sempre le urla della donna”

In tre anni erano stati tre gli interventi della polizia per maltrattamenti domestici nella casa di via Lope de Vega, e due i ricoveri per la donna. Che però aveva ogni volta negato le violenze, difendendo anzi il marito: “È un bravo musulmano”
A cura di Francesca Del Boca
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Case popolari alla Barona, Milano (Foto di repertorio)
Case popolari alla Barona, Milano (Foto di repertorio)

"Un orco", "Una persona violenta con la moglie e con i figli", "Picchiava di continuo la moglie, si sentivano sempre le urla". Lo raccontano i vicini di Sidki Bouchaib, 59enne egiziano che abita con moglie e quattro figli in un caseggiato popolare Aler di via Felice Lope de Vega, quartiere Barona, Milano. Ieri intorno alle 11.30, però, le solite urla sono state più alte che mai: erano quelle della moglie Wafaa Chrakoua, 51 anni, accoltellata con più fendenti e uccisa mentre i ragazzi erano a scuola. Per l'ultima volta.

La confessione dell'omicidio alla pattuglia incontrata per caso in strada: "Fermatevi, ho ammazzato mia moglie"

Dopo l'omicidio, l'uomo scende in strada. Cammina senza una meta, vaga in stato confusionale tra le vie della periferia milanese. Contatta il 112, tenta di spiegare. Quando all'improvviso si imbatte proprio in una pattuglia delle forze dell'ordine che passa su viale Liguria: richiama l'attenzione dei militari, ferma la vettura e si costituisce confessando l'omicidio della moglie. "Ho ammazzato mia moglie, è a casa". In questura, successivamente, darà questa spiegazione: "Abbiamo litigato, lei mi insultava perché non avevo un lavoro. Allora non ci ho visto più".

La polizia era già intervenuta per maltrattamenti domestici

E così la donna viene ritrovata nell'appartamento pochi istanti dopo, riversa sul pavimento. Accanto a lei, un coltellaccio da cucina. E sul corpo immerso in una pozza di sangue ferite da taglio ovunque, dalle braccia al torace, dalle mani all'addome: le coltellate sono state tante e diverse, sferrate con cieca rabbia. Del resto, che l'uomo avesse frequenti scoppi d'ira e atteggiamenti violenti tra le mura di quell'appartamento al quarto piano, era cosa ben nota a chi abitava nei dintorni.

E non solo. In tre anni, erano stati tre gli interventi della polizia per maltrattamenti domestici, e due i ricoveri all'ospedale San Paolo per la donna. Che però aveva ogni volta negato le violenze: nessuna denuncia, nessuna dichiarazione a verbale. Se non di difesa nei confronti del marito: "È un bravo musulmano".

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