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Spaccio a Milano, un infermiere al boss: “Se mi fai sconto sulla cocaina ti procuro le mascherine”

L’operazione anti droga della polizia di questa mattina 8 febbraio ha portato all’arresto per spaccio di 18 persone e altre 6 sono state messe ai domiciliari tra Milano, Monza, Torino, Bergamo e Sassari. Dalle indagini è emerso che il traffico di stupefacenti girava attorno alla figura di Euprepio Carbone, detto “Genny Savastano”, come il boss della nota seria Gomorra: stando alle intercettazioni della polizia un infermiere ha procurato mascherine e dispositivi sanitari a Carbone in cambio di uno sconto sulla droga.
A cura di Giorgia Venturini
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Per uno sconto su un grammo di cocaina aveva procurato mascherine e amuchina durante il suo turno di notte. Questo l'affare tra un infermieri e il boss del quartiere Comasina di Milano, ora finiti dei guai nell'operazione anti droga che questa mattina 8 febbraio ha portato all'arresto per spaccio 18 persone e altre 6 sono state messe ai domiciliari tra Milano, Monza, Torino, Bergamo e Sassari. Tutto il traffico di stupefacenti girava attorno alla figura di Euprepio Carbone, detto "Genny Savastano" come il boss della nota seria Gomorra.

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Le indagini scattate dopo la dichiarazione di alcuni pentiti

Le indagini sono scattate dopo alcuni controlli delle forze dell'ordine nel quartiere e la testimonianza di alcuni pentiti: questi hanno svelato agli investigatori che gli spacciatori finiti in manette erano in contatto diretto con note famiglie criminali di ‘ndrangheta quali i Pompeo e i Flachi. Attorno a questi tre gruppi di persone cittadini albanesi, che gestiva il traffico e distribuiva sulla piazza milanese cocaina, hashish e marijuana. Un centinaio invece sarebbero i consumatori che si rivolgevano al sistema criminale di Carbone. E tra questi ci sarebbe anche un infermiere le cui parole sono state documentate in alcune intercettazioni dei carabinieri: "Ho smontato – si legge nelle carte della Procura – dalla notte (…) queste sono quelle chirurgiche e queste FP3 (…). Questa è l'amuchina (…) fanne quello che vuoi! (…) Questo è disinfettante chirurgico … costa un botto di soldi (…) Le mascherine quando ne ha ancora di più te le do senza problemi", diceva l'infermiere rivolgendosi a Carbone per cercare di ottenere uno sconto su un grammo di cocaina. Il boss, chiuso l'affare, ha poi chiamato la moglie orgoglioso dichiarandosi orgoglioso della sua vendita. In un'altra intercettazione dello scorso aprile, un altro spacciatore arrestato diceva ad un cliente "che bisognava attendere fino a domani a causa dei rallentamenti creati dal Covid19 e che al momento aveva solo disponibilità di ‘quello brutto'", facendo riferimento all'hashish.

Lo spaccio anche durante il lockdown

Un sistema, quello dello spaccio, che non si è fermato neanche durante il periodo di lockdown: dall'11 febbraio all'aprile 2020, nei primissimi giorni di pandemia, Carbone, dopo aver ricevuto una fornitura di cocaina da un gruppo di albanesi avrebbe portato avanti "un'intensa attività di spaccio al minuto anche più volte nello stesso giorno" con consegne soprattutto a Cormano, nel Milanese, tutte documentate da intercettazioni. I guadagni Carbone poi li nascondeva nella sua casa, dove la polizia ha trovato contanti e droga.

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