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Gli attivisti di Ultima generazione si autodenunciano per Simone Ficicchia: rischia un trattamento da mafioso

Simone Ficicchia, l’attivista di 20 anni di Ultima Generazione, si è presentato in Tribunale questa mattina: rischia misure restrittive di sorveglianza speciale dopo le proteste a cui ha partecipato negli ultimi mesi. In suo sostegno, oltre 200 persone in presidio.
A cura di Giorgia Venturini
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Simone Ficicchia fuori dal Tribunale di Milano in attesa dell'udienza, appoggiato dai suoi compagni di Ultima Generazione
Simone Ficicchia fuori dal Tribunale di Milano in attesa dell'udienza, appoggiato dai suoi compagni di Ultima Generazione

Si è presentato in udienza in Tribunale a Milano oggi 10 gennaio Simone Ficicchia, l'attivista di 20 anni di Ultima Generazione che rischia misure restrittive di sorveglianza speciale dopo le proteste a cui ha partecipato negli ultimi mesi: dalle mani incollate al vetro della Primavera di Botticelli al museo degli Uffizi a Firenze al Teatro alla Scala di Milano imbrattato e fino ai blocchi stradali. Oggi fuori dal Palazzo di giustizia si è tenuta una manifestazione di solidarietà da parte dei suoi compagni: si sono dati appuntamento quasi in duecento.

Il procedimento a suo carico è stato giudicato sproporzionato sotto il profilo penale dal momento che misure di questa importanza vengono applicate in situazioni relative alla compromissione con la criminalità organizzata. L'avvocato difensore Gilberto Pagani ha infatti sollevato con Fanpage.it "forti dubbi sul fatto che questo procedimento sia conforme alla legge". Al termine dell'udienza, il giudice ha deciso per un rinvio della decisione tra 30 giorni.

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"Non siamo contro la politica in sé, ma manca il coraggio da parte della politica", ha tenuto a precisare Ficicchia prima di entrare in Tribunale. E poi ha aggiunto: "C'è bisogno di cambiamenti rapidi, noi stiamo facendo tutto il possibile applicando metodi che nel tempo hanno funzionato".

Durante la mattinata in Tribunale ha invece precisato che: "Di fronte a un governo inadempiente sugli accordi internazionali sul clima e aziende che continuano a investire sui combustibili fossili un cittadino Comune non può fare altro che opporsi con tutti i mezzi a queste violazioni. L'ho fatto insieme ad altre persone, in maniera non violenta proprio perché sono terrorizzato dalla violenza dei prossimi anni se non facciamo nulla per il clima".

E ancora: "Ho agito consapevolmente, non sono state delle leggerezze perché ho un fine. Quello che chiediamo lo facciamo a volto scoperto, accettiamo le conseguenze legali perché ci sono dei motivi per portare avanti queste azioni e sono motivi accordati da tutta la comunità scientifica che riguardano l'Italia, per un quinto desertificata, riguardano i danni da miliardi di euro all'agricoltura, la mia possibilità di mangiare in futuro".

Gli altri attivisti si autodenunciano in Questura

Gli attivisti di Ultima Generazione dopo il presidio fuori dal Tribunale di Milano si sono presentati in Questura per autodenunciarsi: il gesto è stato visto come una dimostrazione di solidarietà nei confronti di Simone Ficicchia. Gli altri esponenti del collettivo agli agenti hanno chiesto di avere lo stesso trattamento del loro compagno di protesta.

Gli attivisti di Ultima Generazione fuori dalla Questura di Milano
Gli attivisti di Ultima Generazione fuori dalla Questura di Milano

Chi è l'attivista Simone Ficicchia

Il ventenne si è avvicinato a Ultima Generazione nel 2021 quando ha partecipato alla sua prima azione di disobbedienza civile imbrattando la sede del ministero per la Transizione Ecologica dell'allora ministro Roberto Cingolani. Ma si era avvicinato agli interessi di politica e cambiamenti climatici partecipando alle mobilitazioni di Fridays for Future. Con il passare degli anni però si sentiva "sempre più frustato" perché "non riuscivamo ad ottenere ascolto, a far sentire la nostra voce".

Da un anno Simone ha partecipato a oltre 30 azioni. Lui stesso racconta: "Mi sono incollato davanti al vetro della Primavera del Botticelli, al basamento di Forme Uniche nella Continuità dello Spazio di Boccioni al Museo del Novecento, al vetro di una vasca dei delfini dell'Acquario di Genova a Ferragosto di quest'anno". Fino al fermo e la richiesta della Questura di Pavia di attivare le misure antimafia: "La richiesta della Questura di applicare il Codice Antimafia e di considerarmi come un mafioso o un terrorista è assurda, io sono sereno, è un tipo di repressione che avevamo messo in conto".

L'appoggio di associazioni e politici

In sua difesa si sono espressi Roberto Saviano, lo scrittore Erri De Luca, il premio Strega Paolo Cognetti, il sindacato della Rai Usigrai, il deputato Pd Matteo Orfini, Europa Verde, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, la Tesoriera dei Radicali Italiani Giulia Crivellini, la presidente della Commissione Pari Opportunità di Roma Capitale Michela Cicculli, Potere al Popolo, Unione Popolare, Fridays for future Italia, Parents for Future Italia, Scientist Rebellion, Rise Up 4 Climate Justice, Unione degli Studenti, Rete "in difesa di" (Amnesty International Italia, A Sud, COSPE, Greenpeace Italia, Giuristi democratici, Terranuova, Un Ponte Per, Yaku).

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