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Ragazza molestata mentre dorme: ad abusare di lei lo zio di un amico

La Procura di Como ha chiuso le indagini a carico di un 45enne che ha molestato una giovane mentre dormiva. La fuga di lei in piena notte e la ricorsa di lui, che ha provato a infilarle 20 euro nella canottiera.
A cura di Francesca Del Boca
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"Dai, non torniamo subito a casa, andiamo da mio zio". Una proposta che sembra innocua, quella che un giovane fa al proprio gruppo di amici dopo una serata trascorsa in discoteca a ballare, tutti insieme, in provincia di Como (a Lipomo). "È giovane, è simpatico. Stiamo da lui a dormire".

La compagnia accetta. Tra di loro anche una ragazza, che appena arriva a casa dello zio dell'amico si mette a dormire, provata dalla serata. Per poi venire svegliata bruscamente poco dopo proprio dallo zio, un 45enne. Se lo ritrova nel letto, e le molestie sono talmente invadenti da farla svegliare di soprassalto. La giovane così scappa inorridita, e fugge per strada scalza, in piena notte: è novembre, e in quella gelida sera autunnale piove a dirotto.

I 20 euro nella canottiera

Lo zio, accusato di violenza sessuale ai danni della maggiorenne, ha ricevuto nelle scorse ore l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Secondo la dinamica ricostruita dalla Procura di Como, inoltre, il 45enne si sarebbe messo a inseguire la giovane in fuga e le avrebbe infilato anche 20 euro nella maglietta: forse un modo per "risarcire" la ragazza, o forse un tentativo di comprare il suo silenzio sulle molestie avvenute mentre dormiva, completamente incosciente.

La confessione della vittima

Tutto inutile: la vittima, fermata dalla polizia durante la sua fuga disperata, ha raccontato infatti tutto alle forze dell'ordine. La vicenda è stata così segnalata alla Procura di Como, e il pubblico ministero Antonio Nalesso ha chiuso proprio in queste ore le indagini, confermando l’accusa di violenza sessuale. L’uomo è già stato sentito anche dalla squadra Mobile di Como, ma per il momento ha deciso di non rispondere alle domande degli agenti. Adesso, con il proprio legale, avrà tre settimane di tempo per decidere come difendersi.

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