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Perché ora che si è dimesso Draghi potrebbe dimettersi anche Fontana dalla Regione Lombardia?

Alle dimissioni del premier Mario Draghi potrebbero seguire anche quelle del presidente della Lombardia Attilio Fontana. Lui, per il momento, non si esprime: “Non so, è un’ipotesi che sento per la prima volta”. Cosa succede adesso?
A cura di Francesca Del Boca
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Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni. Ipotesi di voto: 25 settembre o 2 ottobre. Ma si voterà solo per le politiche, o dentro le urne gli elettori della Lombardia si troveranno davanti una scheda anche per le elezioni regionali?

Sì, perché l'ipotesi che le dimissioni di Mario Draghi, da palazzo Chigi, scatenino a cascata anche quelle su al Pirellone milanese, è concreta. In Regione infatti c'è chi giura che il presidente Attilio Fontana possa valutare l'ipotesi di dimettersi, anticipando così il voto regionale di qualche mese – e soprattutto sfruttando il vento favorevole che in questo momento soffia alle spalle del centrodestra.

Un Election Day in cui sarebbero accorpate le due votazioni (politiche e regionali insieme), potrebbe infatti portare gli elettori a scegliere lo stesso partito, o quantomeno la stessa coalizione, e quindi renderebbe più probabile una rielezione di Fontana, visto che il centrodestra è favorito nei sondaggi nazionali.

"Non lo so, è la prima volta che sento questa ipotesi"

Lui fa quello che casca dalle nuvole. "Non lo so, è un’ipotesi che ho sentito adesso per la prima volta", risponde ad alcuni cronisti, a margine di una conferenza a Palazzo Lombardia. E intanto plaude alla caduta del governo. "Credo che ormai non ci fossero più le condizioni per proseguire", ha detto. "Forza Italia e Lega hanno cercato una soluzione per dare un'opportunità di continuare escludendo dal governo i 5Stelle, che erano quelli che avevano creato questa situazione, ma questa opportunità non è stata colta". E quindi ben vengano le elezioni in ottobre. Quelle politiche, quelle regionali chissà.

In caso di elezioni a ottobre

Uno scenario, quello delle dimissioni anticipate di Attilio Fontana, che da una parte sicuramente favorirebbe l'attuale amministrazione. Dall'altra, il rischio per il governatore è grosso: di fatto, nonostante l'uscita di Matteo Salvini ("È Fontana il nostro candidato"), manca ancora il nulla osta dei colleghi. "Attilio Fontana ha raccolto complimenti e sostegno da tutto il centrodestra, da Giorgia Meloni a Silvio Berlusconi, quindi non penso ci sia un problema", si era buttato il leader del Carroccio. Ma nessuno dei due nominati, per il momento, si è fatto vivo sull'argomento.

La rivale Letizia Moratti

Senza contare che un rivale ci sarebbe, eccome. È la sua vice e assessora al Welfare, Letizia Moratti, nonché un tempo ministra e sindaca di Milano. Una candidatura di peso (come l'ha definita Maurizio Lupi in un'intervista a Fanpage.it) e certamente un nome che terrebbe testa (se non addirittura prevarrebbe) su quello di Attilio Fontana.

Lei ci tiene, forte dei suoi consensi, al punto da lanciarsi in diretta radio: "Da tempo ho dato la mia disponibilità alla coalizione, e sono sollecitata a candidarmi quotidianamente da più parti. Aspetto un segnale concreto da parte del centrodestra". La Lega si oppone, gli altri tacciono.

Insomma, potrebbe ancora essere lei, la futura candidata per le Regionali 2023 (o 2022). E dunque, forse, è più prudente non spianarle la strada con dimissioni anticipate?

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