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Perché la Corte dei conti ha bocciato la gestione dei fondi del Pnrr per Milano e la Lombardia

La Corte dei conti ha invitato Milano e altri Comuni lombardi a risolvere le incongruenze tra le cifre riportate al Mef e quelle previste per l’attuazione dei progetti con i fondi del Pnrr. Inoltre, i sindacati lamentano di non essere stati mai informati dei dettagli sulle ricadute occupazionali previste.
A cura di Enrico Spaccini
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La Corte dei conti, nella sua ultima relazione sulla gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha portato alla luce alcune incongruenze tra le cifre riportate sulla piattaforma del ministero dell'Economia e delle Finanze per il monitoraggio dei progetti e quelle previste per la loro attuazione. Per questo motivo, ha invitato la Città Metropolitana di Milano e altri Comuni lombardi a fare chiarezza in merito.

Non solo, i sindacati, in particolare Uil Milano Lombardia, Cgil e Uisl, lamentano di non aver mai avuto occasione di conoscere i dettagli di questi progetti, nonostante la costituzione del tavolo previsto dal protocollo del 29 dicembre 2021 sottoscritto tra il presidente del Consiglio e Cgil, Cisl e Uil nazionali.

"Abbiamo il dovere di conoscere le ricadute occupazionali previste"

Le prime richieste da parte dei sindacati di poter incontrare i rappresentanti di Comune, Città Metropolitana e Associazione nazionale Comuni italiani sono arrivate a ottobre e novembre del 2022. "Abbiamo il dovere di conoscere quali saranno le ricadute occupazionali previste", fa sapere il segretario generale di Uil, Enrico Vizza, "e capire quali interventi interessino il sociale, le fasce più deboli, gli anziani e i giovani".

In tutto sono 665 i milioni di euro del Pnrr che sono destinati alle grandi città italiane. Di questi, 129 arriveranno a Milano. Ora non solo i progetti che saranno finanziati con questi fondi non sono mai stati discussi con i sindacati, ma la Corte dei conti ha invitato l'amministrazione a risolvere le incongruenze sulle cifre segnalate: quelle riportate sulla piattaforma ReGiS, usata dal Mef per monitorare e rendicontare i progetti, non corrispondono a quelle previste.

La cabina di regia e il "modello Expo"

"Abbiamo chiesto una cabina di regia a cui dovevano partecipare le organizzazioni sindacali, la Prefettura, gli organi ispettivi e i rappresentanti della Dia (divisione investigativa antimafia)", dice Vizza. Cabina di regia richiesta anche dalla consigliera comunale di Milano Chiara Valcepina, che nei giorni scorsi ha presentato a Palazzo Marino un'interrogazione seguita da una mozione per ricevere chiarimenti circa l'utilizzo dei fondi del Pnrr.

L'invito mosso da parte di Uil è che venga adottato di nuovo il "modello Expo". La Lombardia, e Milano in particolare, nel prossimo futuro dovrà fare i conti con l'organizzazione delle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026 e con la costruzione del nuovo stadio (che sia a San Siro o a Sesto San Giovanni) per Inter e Milan. "Vogliamo ricordare che la criminalità organizzata penetra negli appalti e nei subappalti", conclude Vizza, "specialmente davanti a risorse così ingenti come quelle del Pnrr".

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