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Padre rifiuta di consegnare ai soccorsi il figlio appena nato in casa: “Solo io posso curarlo”

Un padre a Crema ha impedito per ore ai soccorsi di visitare il figlio neonato, nato in casa, dopo che la madre stava rischiando di morire dissanguata. “Il figlio è mio, solo io posso curarlo”. Necessario l’intervento di un militare negoziatore.
A cura di Francesca Del Boca
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Ha tenuto il bambino appena nato (aveva ancora attaccato il cordone ombelicale) nascosto a lungo, dentro una felpa. "Il bambino è un dono di Dio, solo i genitori possono soddisfare i suoi bisogni". Ha impedito ai carabinieri e ai medici, accorsi sul posto per soccorrere la mamma che durante il parto stava rischiando di morire, di avvicinarsi per ore. Finché, grazie all'intervento di un mediatore, non ha consegnato il neonato alle forze dell'ordine. L'uomo, un 33enne di origine straniera, è stato poi denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di indicare le generalità e abuso dei mezzi di correzione. É successo a Crema.

La vicenda

Intorno alle 3 di pomeriggio, una donna ha chiamato il personale del 118: aveva il cordone ombelicale ancora attaccato, e stava rischiando di morire dissanguata. Alla richiesta di vedere anche il neonato, per poterlo visitare, la donna ha risposto: "Si trova al sicuro con il mio compagno". Così il personale del 118 ha allertato immediatamente i carabinieri di Crema, che hanno poi setacciato l'abitazione alla ricerca del piccolo e del papà. Quando l'hanno stanato, mentre nascondeva il figlio ancora insanguinato avvolto dentro una felpa, lui ha replicato: "Solo io posso curare e assistere mio figlio". Il quale, nel frattempo, gridava per la fame e per la mancanza d'aria.

L'intervento di un mediatore

"Non mi fido di nessuno, andatevene via". Inutili i tentativi, da parte dei medici, di spiegare all'uomo che per il piccolo costretto dentro la felpa c'era il rischio di morte per disidratazione e asfissia. Come inutile è stato il contatto con lo psicologo, che il 33enne ha categoricamente respinto. Mentre il neonato continuava a piangere, disperato, i carabinieri hanno deciso di affiancare ai medici un militare esperto in negoziazione che è riuscito a convincere l’uomo a tornare dalla compagna per farle allattare il bebè. Qui hanno bloccato il 33enne e finalmente liberato il neonato dalla morsa della felpa. Il padre è stato subito denunciato, e nei suoi confronti è stato richiesto un trattamento sanitario obbligatorio. La madre e il piccolo, che in questo momento si trovano in ospedale a Crema, sono in buona salute.

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