83 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Omicidio durante lo scontro tra bande rivali nel bosco della droga: fermati i presunti killer

Sono stati fermati due 20enni ritenuti i responsabili della morte di un 25enne Ouadia Bouda, spacciatore marocchino trovato morto nei boschi del Rugareto a Rescaldina il 2 aprile 2022.
A cura di Giorgia Venturini
83 CONDIVISIONI
Immagine

Era stato trovato morto al bosco della droga con ferite su tutto il corpo. La vittima era il 25enne Ouadia Bouda, spacciatore marocchino trovato morto nei boschi del Rugareto a Rescaldina il 2 aprile 2022. All'alba di ieri 11 novembre i carabinieri della Compagnia di Legnano hanno arrestato due 20enni di nazionalità marocchina ritenuti responsabili dell'omicidio.

Le indagini erano scattate dopo il ritrovamento del corpo senza vita del ragazzo nel bosco. I militari hanno poi provveduto con l'identificazione dell'uomo, confermato anche dalla fidanzata.

Questa è stata fondamentale per rivelare alcune informazioni utili su una guerra in atto tra bande rivali per la conquista delle piazze di spaccio all’interno del bosco del Rugareto.

La sparatoria nel bosco della droga

I carabinieri così hanno provveduto con la ricostruzione di quanto accaduto, il giorno dell'omicidio il gruppo di aggressori armati di pistole e fucili, aveva fatto irruzione all’interno del bosco ed aveva assalito i rivali. Il gruppo rivale aveva tentato la fuga ma era stato raggiunto da colpi di pistola.

Durante la sparatoria la vittima veniva colpita mortalmente alla testa ed un 27enne veniva ferito di striscio alla testa ed alla gamba. Identificare il 25enne non è stato facile perché era clandestino in Italia, così come tutti gli altri membri dei due clan rivali.

La fitta rete di complici

Le indagini hanno svelato anche che nei rari momenti in cui si allontanavano, adottavano innumerevoli precauzioni avvalendosi da una fitta rete di fiancheggiatori connazionali e di clienti tossicodipendenti che si prestavano a qualsiasi tipo di servizio in cambio di una dose.

Inoltre si appoggiavano in case di fortuna con contratti intestati a prestanome, utilizzavano cellulari con utenze fittizie e mezzi di trasporto a noleggio intestati a clienti. Ora tutti gli arrestati si trovano al carcere di Busto Arsizio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

83 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views