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Omicidio a Casale Cremasco: “Prestavo casa a Fausto Gozzini e l’amante, mi hanno rubato i soldi”

Il denaro, accumulato dall’omicida grazie alle compravendite immobiliari, di cui solo la vittima sarebbe stata al corrente. E la presunta amante di Sergio Gozzini, la domestica, sarebbe stata l’unica ad avere le chiavi del garage dove era custodito il tesoro in contanti.
A cura di Francesca Del Boca
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Una vendetta servita fredda. Domenico Gottardelli ha sparato un colpo di fucile secco, in pieno giorno, per mettere fine dopo anni e anni ai suoi tormenti. "Mi ha rubato un sacco di soldi. La mia era una fissazione, quella di trovare il modo di poter far del male a Fausto Gozzini. Ci pensavo giorno e notte, in tutti questi anni non sapevo come fargli del male".

Finché non è arrivato il momento: la mattina del 14 settembre si è presentato negli uffici della Classe A Energy di Casale Cremasco (Cremona) e ha dato fuoco contro l'ex amico Fausto Gozzini, nonché titolare dell'azienda. "Adesso sono tranquillo. Ora dormo bene e non ci penso più. Mi sono tolto un peso".

Ma cos'è successo, tra l'imprenditore ucciso mercoledì scorso e il pensionato, ex amico della vittima?

Il movente dell'omicidio

Gottardelli si confessa al gip, e ricostruisce la vicenda. Al centro, a suo dire, un furto di ben 400mila euro.

"Erano nascosti in garage, solo Sergio sapeva del denaro contante". E ancora. "Ho sospettato della mia domestica e del Gozzini. Erano amanti e per i loro rapporti clandestini gli prestavo la mia casa. Solo la mia domestica aveva le chiavi, oltre a me. E solo lui sapeva dei soldi". Una cifra accumulata grazie alle compravendite immobiliari. 

La frequentazione con Sergio Gozzini si interrompe. Non ci sono accuse manifeste, ma il sospetto e il livore consumano Domenico Gottardelli in silenzio. Mese dopo mese monta la rabbia, e il desiderio di vendetta. 

La mattina dell'omicidio

La mattina dell'omicidio Gottardelli imbraccia il fucile e chiama Gozzini, per accertarsi che sia in azienda. "Certo, vieni pure", risponde lui, ignaro.

Quando lo vede, con l'arma puntata contro di lui, gli esce solo una parola. "Perché?". Ma è tardi: Gottardelli esplode il colpo, e l'ex amico crolla a terra e muore davanti alla moglie e al figlio, che si erano precipitati nell'ufficio dopo aver sentito il rumore dello sparo.

"Mi sento tranquillo", continua a ripetere lui. E anche per questo resta in carcere a Cremona.

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