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“Non ci pagano lo stipendio”, la protesta degli operai saliti su una gru e sui tetti di Milano

Una decina di operai è salita sul braccio di una gru e su degli edifici in ristrutturazione per protesta. Lamentano di non aver ricevuto gli ultimi stipendi dall’azienda dove lavorano.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Alcuni sono saliti sul braccio di una gru, altri sul tetto di un edificio di cinque piano in ristrutturazione in via Ugo Betti, in zona Gallaratese a Milano. Una decina di operai sta protestando contro il proprio datore di lavoro. Si tratta di Edilizia il Faraone, una ditta che aveva ricevuto i lavori in subappalto da qualche tempo allontanata dal cantiere. Gli operai lamentando di non aver ricevuto gli ultimi stipendi. Sul posto sono arrivati i carabinieri e i vigili del fuoco. Come appreso da Fanpage.it, un operaio è rimasto ancora al quinto piano dell'edificio mentre altri due stanno sul braccio della gru.

La versione dell'azienda appaltatrice

"Già ad aprile alcuni dipendenti di Edilizia il Faraone, con il legale rappresentante, si erano presentati nel cantiere di via Betti – fanno sapere da Crt, ditta appaltatrice – accedendo illegittimamente e tenendo condotte minatorie e financo attentando alla sicurezza di cantiere tanto da necessitare l'intervento delle forze dell'ordine". La Edilizia il Faraone era impegnata alla ristrutturazione del condominio in via Ugo Betti per la realizzazione di lavori di "riqualificazione energetica", in base al Superbonus 110 per cento. Secondo quanto riferito da Crt, i lavori erano stati affidati a Engineering building company srl, la quale aveva subappaltato a Edilizia il Faraone.

Un'altra storia di operai in lotta con l'azienda per cui lavorano

A Sen Sepolcro, in provincia di Arezzo, cinque operai sono stati licenziati con un messaggio Whatsapp. Si erano rifiutati di svolgere turni da 12 ore e lavorare a Pasquetta. In questo caso, si è fatto avanti pochi giorni più tardi un altro imprenditore con una visione del lavoro diversa. Ha contattato il sindaco della cittadina toscana manifestando la volontà di assumere i cinque lavoratori, tutti di origine pakistana.

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