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Nessuna traccia di tranquillanti nel biberon di Diana Pifferi: la perizia lo conferma

Non sono state trovate tracce di tranquillanti né nel biberon né nella bottiglietta d’acqua trovate accanto al lettino in cui è stato trovato il corpo di Diana Pifferi, la bimba di un anno e mezzo abbandonata per sei giorni dalla madre Alessia Pifferi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alessia e Diana Pifferi
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Non sarebbero state trovate tracce di tranquillanti nel biberon di Diana Pifferi, la bimba di un anno e mezzo morta di stenti dopo essere stata abbandonata in casa dalla madre Alessia Pifferi per sei giorni: è questo il risultato della perizia che è stata effettuata con la formula dell'incidente probatorio su richiesta degli avvocati difensori della 37enne Solange Marchignoli e Luca D'Auria.

La perizia è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari di Milano Fabrizio Filice. La mamma della bimba si trova in carcere dal 21 luglio con l'accusa di omicidio volontario aggravato. L'incidente probatorio è stato effettuato sul biberon con il latte e su una bottiglietta d'acqua che la donna aveva lasciato vicino a lettino dove è stato trovato il corpicino della bambina. 

Nessuna traccia su biberon e bottiglietta d'acqua

Gli esami svolti "sulla tettarella del biberon" e sul "beccuccio della bottiglietta" – è riportato nella perizia – "hanno permesso di individuare" solo alcune "tracce di saliva" che appartengono alla bimba. Non è stata quindi rilevata "la presenza di composti di interesse tossicologico".

Le analisi erano state effettuate anche in casa, su un pannolino, su un cuscino e sul materasso. Tracce di tranquillanti non sono state trovate da nessuna parte tranne che su una boccetta di En che era conservata nell'appartamento. L'esame del capello previsto nella perizia medico legale disposta dalla Procura aveva invece trovato tracce di benzodiazepine.

A breve sarà richiesto il processo con rito immediato

L'ipotesi, stando a quanto riportato dall'agenzia Ansa, è che ci sia stata una contaminazione involontaria e non una somministrazione diretta. E infatti a Fanpage.it, il consulente incaricato dagli avvocati della 37enne il generale Luciano Garofano, aveva spiegato che, prima di dire con assoluta certezza che la bimba avesse assunto i tranquillanti, era necessario aspettare gli esiti della perizia: "Fino a quando però non abbiamo un relazione definitiva, non è possibile fare alcun tipo di ragionamento".

I pubblici ministeri che indagano sul caso, Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro, nelle prossime settimane chiederanno il processo con rito immediato per Pifferi che rischia una condanna all'ergastolo.

"L'assenza di benzodiazepine nel biberon e nella bottiglietta di acqua dimostra che Alessia è sempre stata genuina nel suo racconto e, sul piano giuridico, che la premeditazione manca di elementi concreti, posto che sarebbe stato l'avvelenamento della piccola Diana": hanno detto gli avvocati Solange Marchignoli e Luca D'Auria.

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