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“Nessun Ambrogino d’oro a chi fomenta l’odio sui social”: l’affondo della Presidente del Consiglio Comunale

L’eurodeputato della Lega propone l’Ambrogio d’oro, il più importante riconoscimento di Milano, a chi filma e posta sui social le presunte borseggiatrici in metropolitana.
A cura di Ilaria Quattrone
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Il gruppo consiliare della Lega a Milano ha presentato in consiglio comunale la richiesta di assegnare l'Ambrogino d'Oro alla pagina Instagram MilanoBellaDaDio e al Comitato Sicurezza Milano per il loro impegno nel contrastare il presunto fenomeno delle presunte borseggiatrici.

Una richiesta che è sostenuta dall'europarlamentare della Lega Angelo Ciocca che, mercoledì 19 aprile, ha organizzato una conferenza stampa in Parlamento europeo e ha sostenuto, inoltre, che nell'eventualità in cui questa richiesta dovesse essere bocciata chiederà addirittura di candidarli al Cavalierato della Repubblica.

Richieste eccessive che dimenticano come queste pagine – considerato l'alto numero di interazioni e condivisioni – più che denunciare, siano strumenti che fomentano odio verso alcune categorie di persone.

Proprio il loro modus operandi ha creato diverse polemiche e scontri politici: da una parte c'è il centrosinistra che li considera un contenitore che spesso utilizza un linguaggio carico d'odio e di violenza, dall'altra c'è il centrodestra e in particolare la Lega che, per accrescere i propri consensi, strumentalizza a proprio piacimento il loro operato.

A invitare la pagina MilanoBellaDaDio e il Comitato a rivedere i propri metodi di azione è stata, in primis, la consigliera comunale del Partito Democratico Monica Romano che, solo per aver espresso la sua opinione, è stata vittima di minacce e insulti.

E adesso torna sul tema, con un'intervista a Fanpage.it, anche la presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi. Sarà infatti il Consiglio Comunale a stabilire chi riceverà i prossimi Ambrogini.

Il gruppo della Lega a Milano chiede di assegnare l’Ambrogino d’Oro alla pagina Instagram MilanoBellaDaDio e al Comitato per la Sicurezza per il loro impegno nel contrasto al fenomeno delle presunte borseggiatrici. Cosa ne pensa?

Ho conosciuto questa pagina dopo che il gruppo della Lega l'ha candidata all’Ambrogino d'Oro. Ho visto anche le polemiche che sono seguite alla pubblicazione del post della consigliera Romano.

Nel passato abbiamo conferito l’Ambrogino a testate giornalistiche che si sono contraddistinte per meriti particolari. A mio parere, Milanobelladadio non rientra in questa categoria.

Non mi riferisco solo alla polemica sulle presunte borseggiatrici, ma in generale sull’atteggiamento e sulla gestione di questa pagina. Vengono pubblicati contenuti che vanno dalla tubatura rotta e fino ai problemi della città. Il problema è che sotto questi contenuti si sviluppano commenti che non vengono assolutamente gestiti e che sono molto spesso aggressivi.

Sono i cosiddetti contenuti d’odio. Credo che MilanoBellaDaDio non sia la pagina che vorrei portare come esempio per i cittadini. Poi deciderà la commissione che si esprime sulla rosa delle candidature.

L’amministrazione è stata accusata di non ascoltare i problemi della città perché chiusa nel proprio palazzo: come rispondete a questa accusa? Quanto gioca in questo anche la percezione di insicurezza fomentata da queste pagine? 

Credo che siano due discorsi diversi: su questi contenuti pubblicati manca una gestione moderata dei commenti. Questo non è lo strumento e il veicolo con il quale portare all’attenzione dell’amministrazione alcune problematiche.

È giusto che, laddove ci sono problemi e criticità, vengano rilevate. Bisogna però sempre contenerle dentro un contesto che non sia quello "salviniano" di sbattere il mostro in prima pagina e farsi poi giustizia da soli.

Non è questo il percorso che vuole fare questa amministrazione: tanto che le Istituzioni, e in primo luogo il comune di Milano, si sono sempre battuti per contrastare linguaggi d’odio nei social. Questo è un esempio in cui un social è utilizzato per denunciare, ma anche per fomentare un clima di violenza.

E infatti quando la Consigliera comunale Monica Romano ha espresso la sua opinione è stata vittima di insulti e minacce. Il rischio è quello di creare un nemico? 

La consigliera Romano ha espresso la sua opinione. È inaccettabile che le persone vengano esposte alla gogna mediatica. Ci sono stati insulti verbali e linguaggi molto aggressivi. Non credo che sia un esempio positivo che vogliamo dare alla città.

Noi vogliamo portare alla luce le criticità della città, ma vogliamo anche contrastare il linguaggio d’odio.

Siete a conoscenza di questo comitato Sicurezza?

Non è un gruppo che ha delega dalla amministrazione né un espressione dell’assessore alla Sicurezza Marco Granelli. Fa parte di una realtà che non è a capo dell’amministrazione. Mi chiedo quali siano le competenze che queste persone mettono in campo.

C’è una parte politica che sta strumentalizzando queste pagine?

Per quello che ho potuto vedere questa pagina sicuramente afferisce a una parte politica. È ovviamente legittimo. Quello che non tollero è che questo atteggiamento, questo linguaggio d’odio, questo modo di tollerare l’aggressività nei commenti e sollecitarla, sia applicato per qualsiasi contenuto venga pubblicato in questa pagina.

Al di là del caso specifico, c'è stato un post sulla statua imbrattata in Piazza Duomo da Ultima Generazione i cui commenti erano violentissimi: tra un po’ si arrivava alla pena di morte.

A Milano c’è un problema sicurezza? 

Sicuramente la sicurezza è un punto critico delle città. Non c’è una bacchetta magica, come dice spesso il sindaco Giuseppe Sala, ma tanti azioni che si possono mettere in campo. Il Comune e le varie istituzioni stanno lavorando in questa direzione. Fomentare l’odio e supportare questo tipo di pubblicazioni, credo che non faccia bene a nessuno e non sia costruttivo.

Tra le proposte di queste pagine c’è anche quella di riformulare l’articolo 146 del codice penale, il quale prevede che l'esecuzione di una pena, che non sia pecuniaria, sia differita in caso di donna incinta o una madre con un bimbo che ha meno di un anno. Cosa ne pensa?

Sì, il problema è più complesso, non si può sempre semplificare. Si ritorna sempre al modo in cui vengono utilizzati questi strumenti che consentono di fare tante semplificazioni senza ricordarsi che la realtà è molto più complessa del singolo caso.

Invece di insistere sui metodi punitivi, non sarebbe più utile investire sul terzo settore e sula prevenzione sociale?

C'è un impegno del terzo settore per avvicinarsi a queste categorie e lavorare sul loro inserimento nella società. Bisogna lavorare su questo piuttosto che applicare solo metodi punitivi. Queste attività però vanno combinate tra tante realtà, non è una cosa immediata.

Al di là della retorica, serve una capacità di collaborazione tra le Istituzioni e le realtà perché soltanto così si può mettere in campo un’azione significativa e concreta. Sugli approcci punitivi non sono mai molto d’accordo: credo che non bastino e non siano risolutivi delle facoltà e delle istituzioni.

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