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Milano, presidente di un’associazione contro il bullismo minacciato di morte: “Ma io vado avanti”

Nei giorni scorsi ha ricevuto un’email di insulti con scritto: “Nessuna ti vuole. Probabilmente avevamo fatto un buon lavoro a scuola. Per noi sarai sempre uno sfigato”. Non è che uno dei tanti insulti che Vincenzo Vetere, 25enne presidente di “Acbs – Associazione contro il bullismo scolastico” riceve ogni mese. Eppure lui non si lascia intimidite e continua il suo impegno nelle scuole per insegnare ai ragazzi il rispetto verso gli altri. Negli anni è stato bersaglio di minacce di morte e di atti intimidatori: le tante denunce però non sono servite a nulla.
A cura di Giorgia Venturini
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Vincenzo Vetere presidente di ACBS - Associazione Contro il Bullismo Scolastico
Vincenzo Vetere presidente di ACBS – Associazione Contro il Bullismo Scolastico

Riceve messaggi di insulti almeno una volta al mese e da quando ha fondato la sua associazione contro il bullismo non sono mancate minacce di morte. Lui si chiama Vincenzo Vetere, ha 25 anni e vive in un piccolo paesino nel Milanese. Nei giorni scorsi è stato destinatario di un insulto arrivato via posta elettronica, uno dei tanti: "Nessuna ti vuole. Probabilmente avevamo fatto un buon lavoro a scuola. Per noi sarai sempre uno sfigato". Un messaggio che fa tornare Vincenzo indietro nel tempo, a quando durante il periodo scolastico era vittima di bullismo insieme al fratello maggiore. Dopo quegli anni decide di aiutare chi come lui ha subito insulti e violenze: fonda l'associazione "Acbs – Associazione contro il bullismo scolastico" e inizia a girare le scuole e i programmi tv. Ma, ancora una volta, tutto questo successo a qualcuno non piace: "Tramite il sito dell'associazione le persone mi contattano per chiedere aiuto – spiega Vincenzo -. Capita spesso però che utilizzano il canale anche per insultarmi e minacciarmi di morte. Come questo ultimo messaggio".

L'email di insulti arrivata nei giorni scorsi a Vincenzo Vetere
L'email di insulti arrivata nei giorni scorsi a Vincenzo Vetere

Vetere: Arrivano email di finti genitori che appoggiano gli atti di bullismo

Vincenzo decide questa volta di rendere pubblico il messaggio sulla sua pagine Facebook e, in poco tempo, il post viene invaso da commenti di sostegno: "Ignorali. Pensa che è un colui talmente codardo che non ha neppure il coraggio di rivelarsi", si legge. Oppure: "Non ho parole, ti sono vicina". E c'è chi gli consiglia di denunciare tutto alla polizia postale. Cosa che Vincenzo ha già fatto, ma poi nulla è cambiato. C'è di più: a riempire la sua posta elettronica non sono solo insulti e minacce ma anche false richieste di aiuto. "Arrivano email di finti genitori che appoggiano gesti di bullismo scrivendo frasi tipo ‘Mio figlio si è meritato di essere picchiato. È uno sfigato'. Rispondo sempre, poi mi accorgo che sono finti messaggi. Non hanno neanche il coraggio di firmarsi con nome e cognome".

Oltre agli insulti, minacce di morte e atti intimidatori

Non solo insulti, Vincenzo Vetere lo hanno minacciato di morte ed è stato vittima di atti intimidatori tanto che è andato più volte a sporgere denuncia dai carabinieri: "Una volta ho trovato una scritta sulla mia macchina. Mi dicevano, ‘Muori'. Altre volte mi sono arrivate frasi come, ‘Stai attento a quello che dici e a quello che fai'. E ancora: dopo il mio intervento in una scuola ho trovato le gomme della mia auto tagliate". Questo perché Vincenzo gira le scuole, tiene lezioni contro il bullismo e insegna ai giovani ragazzi il rispetto: alla sua associazione arrivano circa tre richieste di aiuto (vero) al giorno di ragazzi e studenti che si trovano costretti e vivere l'incubo a scuola. "Quando ricevo una segnalazione, rispondo alla email e concordiamo un appuntamento telefonico. Ascolto la richiesta di aiuto poi insieme alla mia squadra studiamo il caso e scegliamo come intervenire. Capita che contattiamo la scuola per avvisare la preside e gli insegnanti della segnalazione e, se la scuola non risponde, inoltriamo agli uffici competenti. Consigliamo anche delle attività di supporto psicologico, dipende sempre dal caso".

Negli anni è stato vittima di atti persecutori, ma le denunce sono servite a poco

Vincenzo ha denunciato, tante volte. Ma nel tempo nulla è cambiato. Anzi, agli insulti si sono aggiunti atti persecutori e intimidatori: "Ho cambiato più volte macchina e ogni giorno cerco di parcheggiarla in posti diversi prima di andare in stazione". E ancora: "Mi hanno anche seguito sul treno e durante il viaggio automaticamente facevano partire una canzone dal titolo ‘Vincenzo io ti ammazzerò'". La famiglia di Vincenzo risale all'identità di chi lo pedina e lo denunciano 2-3 volte. Si finisce in Tribunale, ma poi gli inseguimenti riprendono. Nonostante tutto, Vincenzo non smette di aiutare gli altri e la sua associazione oggi è tra le più conosciute in Lombardia e in Italia: perché la sua sfida contro il bullismo non la interromperà mai.

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