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L’uomo che ha travolto e ucciso due donne sulla A4 soffre di psicosi paranoide con crisi “da fine del mondo”

La perizia psichiatrica ha accertato che il 39enne alla guida dell’auto che ha travolto Laura Amato e Claudia Turconi soffre di psicosi paranoide con crisi “da fine del mondo”. L’uomo è indagato per omicidio colposo plurimo e potrebbe essere assolto.
A cura di Enrico Spaccini
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Il 39enne che la notte del 18 febbraio scorso ha travolto con la sua auto alla barriera autostradale Ghisolfa sulla A4 Torino-Milano la macchina con a bordo la 54enne Laura Amato e la sua amica e collega 59enne Claudia Turconi è affetto da psicosi paranoide con crisi "da fine del mondo". Un disturbo che, secondo lo psichiatra Raniero Rossetti a cui è stata affidata la perizia, avrebbe inciso sul suo comportamento che ha provocato la morte delle due donne. L'accertamento è stato discusso questa mattina, lunedì 22 maggio, davanti al gip di Milano, Ilena Ramundo e se il vizio totale di mente sarà riconosciuto nel processo, l'uomo verrà assolto.

L'incidente nella notte tra il 17 e 18 febbraio

Per la morte di Amato e Turconi, il 39enne è accusato di omicidio colposo plurimo. Nei mesi scorsi stato sottoposto a una misura di sicurezza per pericolosità sociale, con obbligo di ricovero nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Piacenza e libertà vigilata per un anno. Presto il 39enne potrebbe essere trasferito in una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, o comunque in una comunità protetta ad alta sicurezza.

Il 16 febbraio scorso il 39enne aveva avuto una crisi. Su consiglio della moglie, si era diretto all'ospedale di Piacenza per chiedere aiuto, dove però non sarebbe mai entrato. Il giorno seguente era stato avvistato all'aeroporto di Malpensa, intento a prendere un volo per il Marocco. Tuttavia, vedendo le sue condizioni era stato accompagnato al presidio medico dove gli sono state somministrate gocce di un farmaco con benzodiazepine.

Poco dopo era stato portato all'ospedale di Gallarate, dal quale però si è allontanato. Chiamato un cugino, il 39enne si era fatto riaccompagnare a Malpensa per riprendere la sua auto. Nonostante il suo passato di difficoltà psicologiche, aveva una patente regolare. Una volta al volante, ha iniziato a correre a 150 chilometri orari terminando la sua corsa alle 2:30 di notte contro l'auto di Amato e Turconi.

La perizia psichiatrica

Secondo lo psichiatra Rossetti, quella notte il suo comportamento aveva risentito in modo particolare della sua psicosi paranoide con crisi "da fine del mondo". Né l'hashish e nemmeno le benzodiazepine che aveva assunto poco prima, sostiene il perito, avrebbero influito. Perciò, il 39enne quella notte non era in grado di intendere e di volere.

Durante il processo di prenderà in considerazione l'esito della perizia, discussa alla presenza del pm Paolo Filippini e dei legali sia del 39enne che delle persone offese, oltre che dei consulenti nominati dalle parti. Se il vizio totale di mente dovesse venire riconosciuto, il 39enne verrà assolto.

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