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La vera storia di Fernanda Wittgens, la direttrice della Pinacoteca di Brera che ha ispirato il film Rai

Fernanda Wittgens è stata la prima direttrice della Pinacoteca di Brera, raccogliendo l’eredità del suo mentore Ettore Modigliani. Durante la seconda guerra mondiale, è riuscita a salvare numerose opere d’arte e vite dalle razzie naziste e dai bombardamenti. Nel 2014 è stata inserita tra i Giusti delle Nazioni.
A cura di Enrico Spaccini
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Fernanda Wittgens
Fernanda Wittgens

Prima assistente, poi insegnante, critica e storica dell'arte, Fernanda Wittgens fu la prima donna direttrice della Pinacoteca di Brera, oltre che prima donna in Italia a ricoprire il ruolo direttorio di un importante museo o galleria. Durante l'occupazione nazista si distinse anche per il suo impegno nel salvare i perseguitati e le opere d'arte dalle razzie.

Quando l'ispettore della Pinacoteca di Brera, Mario Salmi, la presentò a Ettore Modigliani, l'allora direttore dell'Accademia vide in lei l'assistente ideale, preparata sia dal punto di vista tecnico che scientifico. Wittgens era entrata da appena tre anni, nel 1928, nel museo milanese come semplice "operaia avventizia", ma in breve tempo divenne punto di riferimento per il mondo della cultura lombarda e italiana. Proprio come una "allodola", come la soprannominò Modigliani: dalla grandezza discreta, evidente soltanto quando le ali si aprono in volo.

La sua vita è stata raccontata in diversi romanzi, come appunto L'allodola di Giovanna Ginex e Rosangela Percoco, e dal 31 gennaio 2023 anche in un film: Fernanda, diretto da Maurizio Zaccaro e con Matilde Gioli nei panni proprio di Fernanda Wittgens.

Chi era Fernanda Wittgens: la laurea in lettere e la passione per l'arte

A introdurla nel mondo dell'arte fu suo padre, Adolfo Wittgens. Era professore di lettere al liceo Parini di Milano e ogni domenica la portava a visitare i musei della città. Nata nel 1903 nel capoluogo lombardo, Fernanda si è laureata a 22 anni in lettere con una tesi sui libri d'arte dei pittori italiani dell'Ottocento.

Prima di lavorare per la Pinacoteca come "operaia avventizia", ha insegnato storia dell'arte al liceo Parini e il Regio liceo ginnasio Alessandro Manzoni. Con Paolo D'Ancona, Irene Cattaneo e Maria Luisa Gengaro scrive anche alcuni libri scolastici di storia dell'arte.

Il legame con Ettore Modigliani e l'impegno condiviso per la Pinacoteca di Brera

Ettore Modigliani, il "mentore"
Ettore Modigliani, il "mentore"

Da assistente di Modigliani, nel 1935 prende l'impegno di continuare il suo lavoro dopo che il suo "mentore" è stato allontanato dall'amministrazione delle Belle Arti con l'accusa di antifascismo. Essendo ebreo, ed entrate in vigore le leggi razziali del 1938, gli vengono revocati tutti gli incarichi.

In questo periodo Fernanda prosegue la sua opera, informandolo in continuazione.

Fernanda Wittgens è la prima donna direttore di un museo

La carica di direttore le viene assegnata il 16 agosto del 1940, vincendo il concorso indetto dalla Pinacoteca di Brera. Durante la guerra, e in particolare gli anni dell'occupazione nazista, le sue amicizie altolocate le consentirono di aiutare famigliari, amici ed ebrei a espatriare per scappare dalla persecuzione. Inoltre, riesce anche a portare a termine complicati trasferimenti delle opere di Brera, del Poldi Pezzoli, della Quadreria dell'Ospedale Maggiore e altre raccolte, sottraendole dalla razzia nazista e alla distruzione dei bombardamenti.

Fernanda Wittgens, "l'allodola"
Fernanda Wittgens, "l'allodola"

Viene arrestata il 14 luglio del 1944. Stava cercando di aiutare un giovane ebreo tedesco a espatriare, ma questo la denuncia e la fa arrestare. Giudicata nemica del nazismo, viene condannata a quattro anni di prigione, scontati prima a Como poi a San Vittore. Ma per lei, quella non fu altro che una "tappa di perfezionamento" della sua crescita esistenziale.

Quando Modigliani venne rilasciato, quindi il 12 febbraio 1946, torna al fianco di Fernanda con l'obiettivo di costruire la “grande Brera”, collegando la Pinacoteca ad altre istituzioni culturali come l’Accademia di Belle Arti, l’Osservatorio di Astronomia e l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Dopo la sua morte (12 giugno 1947), le viene affidata la sovrintendenza della Pinacoteca.

Il salvataggio del Cenacolo di Leonardo

Tra le numerose intuizioni e attività artistiche, a Fernanda si deve anche la comprensione della possibilità di salvare il Cenacolo di Leonardo, e l’intuizione di un restauro possibile che sarà iniziato soltanto decenni dopo. Quando il convento venne bombardato nell'agosto del 1943, venne distrutta la volta del refettorio. Il Cenacolo, però, venne salvato. Nonostante i cumuli di macerie, si salvò protetto da un breve tetto e da una difesa di sacchi di sabbia.

Ma anche il suo impegno personale per far acquistare dal Comune di Milano la Pietà di Michelangelo Buonarroti, anche promuovendo una raccolta fondi popolare.

La morte prematura

Malata, Fernanda Wittgens morì prematuramente l’11 luglio del 1957. La camera ardente era stata allestita davanti all'ingresso della Pinacoteca. Al funerale, celebrato alla vicina chiesa di San Marco, parteciparono migliaia di persone. Ora è fra gli illustri del Civico Mausoleo Palanti.

I riconoscimenti e le onorificenze ricevute dopo la morte

Tra le numerose intuizioni e attività artistiche, a Fernanda si deve anche la comprensione della possibilità di salvare il Cenacolo di Leonardo, e l’intuizione di un restauro possibile che sarà iniziato soltanto decenni dopo. Ma anche il suo impegno personale per far acquistare dal Comune di Milano la Pietà di Michelangelo Buonarroti, anche promuovendo una raccolta fondi popolare.

Il Cenacolo di Leonardo Da Vinci
Il Cenacolo di Leonardo Da Vinci

Nel 2014 il suo nome è stato inserito nell'elenco dei Giusti delle Nazioni, in memoria del suo aiuto agli ebrei perseguitati. Ricevette anche la medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte, l'Ambrogino d'oro e venne nominata ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana e dell'Impero Britannico.

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