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La mamma a cui hanno tolto il figlio con l’inganno: “Non posso vedere neanche il registro scolastico”

A Deborah non è stato più concesso di accedere al registro elettronico di suo figlio che, alcuni mesi fa, le è stato portato via con la forza dopo che il padre ha presentato un’istanza in tribunale.
A cura di Ilaria Quattrone
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Era fine giugno quando a Casalmaiocco (Lodi) veniva prelevato, con un inganno, il bimbo di Debora: alla donna viene dato appuntamento in Comune e, mentre si trova lì, alcuni agenti e assistenti sociali portano via il figlio tra le urla disperate. Da quel giorno, Debora non ha mai smesso di lottare. La sua richiesta è solo una: poter tornare a vivere con suo figlio.

Il prelievo è stato disposto dopo che il padre ha presentato un'istanza in Tribunale dove lamentava che l'ex compagna non gli consentisse di vedere il bimbo. Nel provvedimento del giudice, nonostante venga ordinato il trasferimento del piccolo in comunità, non viene fatto riferimento al fatto che Deborah non sia idonea a crescere il piccolo.

Anche perché la donna ha un'altra figlia, avuta con un altro ex compagno, per la quale è ritenuta idonea e non conflittuale. Un paradosso che spinge a porsi diverse domande sul funzionamento di questi prelievi.

Deborah, tuo figlio si trova in comunità. Ogni quanto riesci a vederlo?

Io e l'altra mia figlia abbiamo ottenuti alcuni incontri con il mio piccolo. Siamo riusciti a ottenerli in base alla legge sul diritto di fratellanza. Durante questi incontri, il bimbo è sereno e felice. Gli si illuminano gli occhi. Lo vedo ogni quindici-venti giorni per un'ora e sempre alla presenza di un educatore.

In questi ultimi mesi, ho lottato affinché lui potesse rimanere nella scuola che frequentava prima del prelievo forzato e del trasferimento in comunità. Ho chiesto di lasciarlo lì perché è un bambino ben inserito, ha voti alti e un cambiamento sarebbe stato un ulteriore trauma.

Ricordo sempre che lo hanno prelevato contro la sua volontà, nonostante ci sia una sentenza della Corte di Cassazione che afferma che la Pas (Sindrome di alienazione parentale), di cui mi accusano, è illegittima e prelevare un minore, in tal senso, è contro lo stato di diritto.

E quindi già solo per questo cambiare scuola, sarebbe stato un ulteriore trauma.

Ma perché avrebbero dovuto fargli cambiare scuola?

La prima cosa che fanno, quando si parla di Pas, è il distaccamento dalla mamma. Di conseguenza cambiano il suo ambiente così da resettarlo più facilmente. Che è la stessa cosa che chiede il mio ex nel decreto e ciò che il bimbo venga chiuso in comunità, venga rettato e che gli dia il mantenimento. Cosa che invece lui non ha mai fatto, considerato che non ha mai nemmeno pagato le spese extra.

Per me non c'è alcun problema a mantenere mio figlio: aveva bisogno del materiale scolastico? Gliel'ho comprato. E ho lottato affinché lui rimanesse in quella scuola e fino al venerdì precedente all'inizio dell'anno scolastico, non sapevo dove sarebbe andato il mio bambino. Alla fine, loro lo hanno lasciato lì.

Mio figlio, oltre la scuola, chiede di poter continuare a fare basket e suonare la batteria nei luoghi in cui lo faceva. Così come chiede di poter fare la comunione nella sua parrocchia e per questo motivo ho già scritto al Vescovo.

Io voglio che lui torni a casa perché con lui sono state buttate giù tutte le barriere dei diritti e delle violazioni di legge. Io spero che torni a casa al più presto.

Dopo i primi giorni di scuola, ha provato ad accedere al registro elettronico scolastico, ma cos'è successo?

Mi hanno bloccato il registro elettronico scolastico. Ho quindi inviato una e-mail alla scuola del piccolo, il preside mi ha detto che la gestione della scuola sarà da adesso in poi mediato da un terzo soggetto. Loro però non possono vietarmi di accedere al registro scolastico perché non è decaduta la capacità genitoriale. Il registro è un diritto dei genitori e per questo motivo, con la mia avvocata, abbiamo mandato una diffida.

Anche perché, perché non permettermelo? Cosa dovrei fare? Alienarlo attraverso il registro? Perché non posso vedere quello che fa? Inoltre, vorrei anche sapere se anche al mio ex hanno tolto l'accesso.

Inoltre Mi viene vietato di passare davanti alla scuola: non possiamo farlo né io né i miei parenti.

Quando è stato ascoltato l'ultima volta da un giudice?

È stato ascoltato il 3 maggio dal giudice di Lodi e da un Ctu (consulente tecnico d'ufficio). Gli sono state fatte delle domande dove lui chiedeva di tornare a casa. Nella relazione del Ctu c’è scritto che il bimbo è normale che dica questo perché è stato alienato dalla mamma. Peccato che per tutta la relazione non viene chiamato con il suo vero nome, ma con il nome di Cristian e questo mi lascia pensare che sia un copia e incolla tra relazioni.

Tuo figlio ha visto il tuo ex?

Io so che il bimbo è in comunità d tre mesi e mezzo e il papà non lo ha ancora visto. Il bimbo non lo vuole vedere. Se lui dice di no, loro devono rispettare la sua volontà: come stanno rispettando la volontà del bambino che continua di chiedere di vedere me e mia figlia.

Tu, hai un'altra figlia per la quale però sei ritenuta idonea?

Sì, in realtà è che siamo madri idonee per altri figli, ma non per questi dove ci sono padri che sono stati denunciati per violenza. Inoltre mi è anche arrivato un pignoramento.

Cioè?

Sono stata condannata a pagare le spese legali per il primo decreto di allontanamento. Io però non ho mai denunciato il mio ex, se non a febbraio, perché non pagava la spesa extra, non ho mai denunciato prima e né ho pignorato lo stipendio, perché mi dicevano di non essere conflittuale.

Si vede che si tratta di una persecuzione verso di me. Io come mi mantengo? Come mantengo la casa?

Avvocato, perché non consentono alla sua assistita di vedere il registro elettronico?

È un fatto gravissimo. Noi lo inseriamo anche in una denuncia perché questo è un abuso di potere perché non c’è alcun pregiudizio rispetto a un interesse superiore del minore, considerato che non c’è nemmeno il contatto con il minore.

Il provvedimento di allontanamento, che noi contestiamo completamente, dovrebbe essere finalizzato alla bigenitorialità, nella relatà dei fatti stanno togliendo la monogenitorialità: oltre a non ripristinare la prima, stanno togliendo anche l’unico genitore che si occupava di lui.

Stanno togliendo quello che è un diritto del genitore perché la signora Deborah non è decaduta dalla responsaiblità genitoriale: ha un dovere e un diritto di essere informata su tutto di suo figlio. Questa cosa è vergognosa.

La sua cliente è ritenuta idonea per una figlia, ma non per l'altro, non è un controsenso?

Può vedere il bimbo più o meno ogni venti giorni. Il vero controsenso è che non è una mamma violenta, la Cassazione precisa che in caso anche di alienazione, non si tolgono i figli alle mamme quindi è una violazione dei diritti completa, gravissimo, un abuso di potere schifoso.

Lei è ritenuta idonea per la figlia femmina, avuta in una precedente relazione, perché si tratta di una perfetta bigenitorialità considerato che la bimba è tornata dalle vacanze estive con il padre, un uomo che rispetto al secondo non è mai stato violento. Questo dimostra che la signora Delle Donne non è alienante e le interpretazione arbitraria di consulenti non preparati che non conoscono la normativa, hanno completamente violentato questa famiglia.

Perché è stata condannata a pagare le spese legali?

Lei è stata condannata a pagare le spese legali per il decreto di allontanamento del minore, una cosa vergognosa considerato che il padre non pagava le spese ordinarie e secoli che non pagava quelle straordinarie.

Si tratta quindi di una doppia violenza nei confronti della madre e del bambino: la prima è arrivata quando non è stata ben supportata una volta uscita dal tunnel della violenza, la seconda quando è stata perseguitata economicamente da un uomo che non ha mai mantenuto il figlio, e che in nome della sua richiesta, siccome non ha risolto il conflitto con la madre, fa pagare il figlio con quella orribile richiesta del trasferimento in comunità.

Le è stato notificato anche un pignoramento per pagare queste spese e ovviamente noi ci opponiamo.
La cosa grave non è il conflitto tra i genitori, anche se in tribunale – quando ho chiesto una mediazione familiare – mi hanno detto che non sono in conflitto, ma che le Istituzioni non lo sappiano gestire e che la legge non lo tuteli.
Bisogna riformare la legge perché al momento si permette alle Istituzioni di violentare le famiglie in modo legale.

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