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La Lombardia pronta a prevenire la peste suina africana: a breve saranno abbattuti 300 cinghiali

La Lombardia avvia le misure per prevenire la peste suina africana. L’Atc 5 dell’Oltrepò sud spiega a Fanpage.it che dovrebbe arrivare a giorni il via libera della Regione per l’abbattimento di 300 cinghiali.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Anche la Lombardia si prepara per fare la propria parte per contenere la peste suina africana. Non è ancora chiaro come il virus sia entrato nei confini italiani. Quello che si sa è che ci sono due focolai da tenere sotto controllo: uno a Roma e l'altro tra il Piemonte e la Liguria. La provincia di Pavia, che confina sia con le campagne piemontesi che con quelle liguri, ha iniziato a pianificare alcune strategie di prevenzione. Una di queste prevede l'abbattimento di 300 cinghiali lungo la dorsale confinante tra la Valle Staffora e la Val Curone. L'Ambito territoriale di caccia dell'Oltrepo sud 5 ha confermato a Fanpage.it come ancora non sia arrivato il via libera ufficiale da parte della Regione, ma che vista la situazione potrebbe essere questione di pochi giorni.

La caccia di selezione

Nei primi di maggio, gli esperti della Regione Lombardia si sono incontrati a Val di Nizza con i rappresentanti della provincia di Pavia, degli Ambiti territoriali di caccia, delle Aziende di tutela della salute e degli 11 comuni interessati. Al termine dell'incontro, i funzionari regionali hanno annunciato la caccia di selezione nella zona cosiddetta sensibile. Saranno abbattuti circa 300 cinghiali e l'operazione sarà gestita dalla polizia provinciale. "È un modo per diminuire le probabilità di contagio", fanno sapere dall'Atc 5 che confermano come in quelle aree non sono stati ancora trovati casi di positività.

Le carcasse già analizzate

"Abbiamo già organizzato delle battute di caccia per cercare carcasse da analizzare – affermano i responsabili di Atc 5 – nessuna di quelle che abbiamo trovato riportava tracce di peste suina africana". Ad oggi, quindi, gli allevamenti dell'Oltrepò sembrano essere puliti. Inoltre, con i primi caldi estivi, i cinghiali tendono a rintanarsi nei boschi, riducendo ancora le possibilità di entrare in contatto con gli allevamenti della zona.

Carne commestibile dopo la cottura

Nei suini, questo tipo di virus sembra avere un tasso di mortalità prossimo al 90 per cento. Tuttavia, per quanto riguarda l'uomo, non ci sono pericoli. "È già stato detto, ma ripeterlo è necessario per dare la giusta dimensione al fenomeno: la peste suina non è pericolosa per l'uomo", sottolineano dall'Atc 5. Il pericolo più grande, oltre gli animali, lo corre l'economia. Secondo gli ultimi dati Istat, la Lombardia è la regione con il maggior numero di suini di tutto il Paese: 4,4 milioni, il 50 per cento del totale. L'abbattimento degli esemplari sospetti o che potrebbero portare a una diffusione troppo estesa della malattia, non rappresenterebbe un danno per il commercio. Sebbene la conservazione a -20 gradi della carne non uccide il virus, lo fa la cottura. "Cuocendo la carne, il virus muore – conferma Atc 5 – Non solo: il virus non sopravvive nemmeno al ph del nostro intestino. Possiamo stare tranquilli". Perciò, i suini che verranno abbattuti potranno essere immessi nel mercato, dopo le consuete analisi che vengono eseguite su ogni animale che viene abbattuto.

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