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La lettera di Baby Gang dal carcere: “Dalla violenza mi può salvare solo la musica”

“La musica è la mia ancora di salvezza, e oggi ho davvero paura di perdere l’unica fortuna che ho avuto nella vita”, scrive in una lettera indirizzata al giudice il trapper Baby Gang. La sparatoria contro una gang rivale? “Una notte di follia, ho avuto una reazione esagerata perché ero completamente ubriaco”
A cura di Francesca Del Boca
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"La musica è la mia ancora di salvezza. E oggi io ho davvero paura di perdere l’unica fortuna che ho avuto nella vita". Queste e tante altre parole dentro la lettera scritta in stampatello dal trapper Baby Gang (al secolo Zaccaria Mouhib, 21 anni) e diretta al pm Francesca Crupi e al gip Guido Salvini. Parole vergate dietro le sbarre del carcere, dove è ancora recluso nonostante la richiesta dei domiciliari recentemente avanzata dal suo avvocato Niccolò Vecchioni per "affrontare i problemi relativi all'abuso di sostanze". Richiesta respinta: il consumo di droga e di cannabis, in questo caso, secondo il giudice sarebbe da inquadrare all'interno di uno "stile di vita", "una moda" e non certo di una dipendenza.

Baby Gang nel carcere di San Vittore
Baby Gang nel carcere di San Vittore

La sparatoria con la gang rivale: "Ero completamente ubriaco"

E così proprio al giudice si rivolge la lettera di Baby Gang, anticipata da Il Corriere della Sera. Prendendo le mosse dall'episodio che è costato il carcere al giovane, ovvero la sparatoria verso una gang rivale di senegalesi in Corso Como lo scorso 3 luglio. "Ho riflettuto parecchio sulla follia di quella notte. Ho avuto una reazione davvero esagerata perché ero completamente ubriaco", scrive. Del resto proprio un membro della gang, registrato dalle intercettazioni poi portate in aula, si era lasciato sfuggire: “Zaccaria quando si ubriaca è un casino. Zaccaria non deve bere proprio, infatti lui lo sa e non beve. Però quando vuole bere è un casino e non puoi dirgli di no”. E ancora. "Quando è ubriaco non c’è ragione per niente. Quando arriva che gli sale è un puttanaio, ha fatto minchiate".

"La musica è la mia ancora di salvezza"

"Quando sono stato arrestato, ho letto nelle carte del processo cose non vere sul fatto che avrei programmato di aggredire quei ragazzi e che avrei voluto rapinarli. Dalle immagini si vede chiaramente che hanno iniziato loro". E la pistola? "Sebbene non sia stato io a sparare ho portato con me quell’arma e mi sento in colpa per quello che è successo… Non ci sono giustificazioni per girare armato". Un passato difficile ("Ho iniziato a bere da ragazzino…e fumo hashish tutti i giorni") e un presente in carcere. E se in Procura insistono nel sottolineare gli atteggiamenti di mancata collaborazione esibiti dal ragazzo durante gli interrogatori, lui scrive: "La musica è la mia ancora di salvezza, e oggi io ho davvero paura di perdere l’unica fortuna che ho avuto nella vita". Una predisposizione che l'ha portato al successo, tra una cella e l'altra (il video dell'ultimo singolo, addirittura, è stato girato all'interno di San Vittore). Un possibile futuro, fuori dalla violenza di strada.

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