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Inizia il processo per Luisa Colombo, l’infermiera della Rsa che non dava medicine agli anziani

È iniziato il processo nei confronti di Luisa Colombo, ex infermiera della Rsa di Alzano (Bergamo) accusata di non aver somministrato farmaci ad alcuni ospiti.
A cura di Ilaria Quattrone
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È accusata di falso ideologico, l'infermiera di una residenza sanitaria assistenziale di Alzano (Bergamo) che –  secondo l'accusa – avrebbe annotato su un tablet la somministrazione di farmaci senza poi averli dati agli ospiti: si tratterebbe di ben otto anziani. L'imputazione fa riferimento a episodi che risalgono al 2016.

L'inchiesta partita da un esposto

L'operatrice sotto accusa è Luisa Colombo che ha iniziato a lavorare per la Rsa di Alzano nel 2007: l'inchiesta partì da un esposto presentato dalla direzione della casa. Ieri è iniziato il processo. L'infermiera, in base a quanto riportato il quotidiano "Il Corriere della Sera", dovrebbe presentare alcune dichiarazioni spontanee durante l'udienza del 27 gennaio.

Probabilmente la donna, secondo Corsera, respingerà le accuse considerato che questa versione era già stata fornita durante il procedimento disciplinare – avvenuto a dicembre 2016 – che aveva portato alla sospensione dell'infermiera per due mesi, alla conciliazione e infine al termine del rapporto di lavoro. Durante l'udienza, la responsabile della casa di riposo ha ricostruito alcuni episodi.

La difesa dell'infermiera

Il primo, quello eclatante, sarebbe avvenuto l'11 maggio quando l'infermiera avrebbe riportato di aver eseguito un'iniezione a un'ospite. Una donna, che come racconta la responsabile, è "lucida e perfettamente in grado di saperlo" che però avrebbe detto di non averla mai ricevuta. Gli avvocati difensori di Colombo hanno fatto notare alcune cose: prima di tutto che la sospensione dal lavoro sia arrivata il 5 dicembre, ma per l'esposto si è aspettato il 16.

La difesa ha quindi chiesto perché la direzione ha aspettato così tanto da maggio, ma la responsabile ha affermato di aver voluto fare tutte le verifiche del caso per constatare la fondatezza dell'episodio. Non solo. In quel periodo, avrebbe ricevuto diverse segnalazioni secondo le quali quando l'infermiera era in turno alcuni pazienti erano agitati e che alcune terapie, che dovevano essere somministrate a pranzo, non venivano – secondo alcuni operatori – mai date: "Qualcuno ha trovato pastiglie nei cestini".

Da lì, la decisione di monitorare alcuni ospiti che assumevano farmaci particolari: "Finiti i suoi turni, abbiamo controllato le pastiglie nei blister e le gocce, avevamo fatto un segno con la biro per segnare il livello".

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