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Il medico rifiutato dai pazienti perché nero: “Continuerò a curare la gente qui”

“Il dottor Enock Rodrigue Emvolo continuerà ad esercitare in un nuovo ambulatorio”, ha dichiarato il sindaco Marco Baroffio. Il medico: “Ho studiato qui e salvo vite qui. Resto qui”.
A cura di Francesca Del Boca
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(Facebook)
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L'aveva dichiarato in preda allo sconforto più totale, dopo essere venuto a conoscenza dei tanti insulti razzisti che lo prendevano di mira. "Basta, me ne vado. Se non mi vogliono, sono già pronto ad andare da Ats e chiedere di lavorare altrove".

Ha cambiato fortunatamente idea il dottor Enock Rodrigue Emvolo, da poco tempo medico di base a Fagnano Olona (Varese) come sostituto del collega pensionato Giacomo Navarra: resterà a esercitare nel paese che l'ha accolto.

Lasciandosi i commenti razzisti e le maldicenze di alcuni pazienti alle spalle, quelli che lo soprannominavano con disprezzo "il senegalese" (anche se lui è originario del Camerun). E quelli che sui social scrivevano: "Che ci fa qui questo? Dovrebbe stare a pascolare le pecore".

Un nuovo ambulatorio per il dottor Emvolo a Fagnano Olona

A sostenerlo tantissimi cittadini, esponenti politici locali (in primis quelli di Fratelli d'Italia e Lega) e soprattutto il sindaco Marco Baroffio. Che pur di far restare il dottore Emvolo, racconta, è arrivato addirittura a promettergli una fornitura di dolci quotidiana direttamente dalla pasticceria di famiglia. È bastato molto meno: la solidarietà del paese e un nuovo studio per le visite.

"Resterà. Continuerà i suoi studi di medicina d'urgenza e farà il medico di base. Accompagneremo il dottore nel suo nuovo ambulatorio, all’interno della casa di comunità", dice. E sottolinea, in chiusura: "Fagnano non è un paese razzista, ma un paese dal cuore grande".

Problema risolto, insomma. Forse.

"Il caso è chiuso. Qualcosa di brutto è successo, ma è servito a far emergere una serie di problemi che dal punto di vista tecnico abbiamo risolto, ma dal punto di vista morale ed etico dobbiamo ancora lavorare per risolvere".

La questione, del resto, la sintetizzano benissimo le parole del dottore stesso. "È imbarazzante che nel 2022 ci si trovi davanti a questo, che si debba parlare di questo. Vuol dire che non abbiamo capito niente. Sono camerunense, arrivato in Italia nel 2005. Ho studiato qui. Mi sono laureato qui. Lavoro qui. Salvo vite qui". E basta.

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