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Gruppo americano acquisisce società per risanarla, ma subito dopo licenzia 73 dipendenti

Ben 73 dipendenti su 232 perderanno il lavoro e di questi 43 lavorano nelle sedi amministrative di Milano: Isagro, l’azienda di agrofarmaci, è stata infatti acquisita dal gruppo americano Gowan che ha deciso di avviare le procedure di risanamento licenziando i dipendenti. Questa decisione ha portato alla mobilitazione dei sindacati che hanno proclamato lo stato di agitazione.
A cura di Ilaria Quattrone
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(Immagine di repertorio)
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Ben 73 dipendenti su 232 perderanno il lavoro e di questi 43 lavorano nelle sedi amministrative di Milano: si tratta di Isagro, l'azienda di agrofarmaci che è stata acquisita dal gruppo americano Gowan. La procedura riguarderà diversi punti produttivi sparsi in Italia (Aprilia, Bussi, Adria, Galliera)  e il centro di ricerca di Novara ed è stata ritenuta dalla società "indifferibile" per poter risanare Isagro: "Questa decisione arriva molto a sorpresa", spiegano dalla Filctem Cgil Milano e dalla Femca Cisl Milano a Fanpage.it.

A Milano perderanno il lavoro 43 persone

A Milano in totale lavorano 66 persone, di queste 43 saranno licenziate. Tra loro ci saranno anche alcuni dirigenti: "Quanto successo è un segnale forte anche in generale sugli altri siti. Non c'è stata un'integrazione – continua i sindacati – ma una ristrutturazione generale del gruppo". Al momento dell'acquisizione, il gruppo aveva affermato che sarebbero stati mantenuti i siti produttivi senza procedure di alcun tipo: "Non è quello che ci aspettavamo. Al momento dell'acquisizione – spiegano ancora a Fanpage.it – era stato detto che l'obiettivo era quello di sviluppare il business, ma poi ci ritroviamo sempre con la scelta contraria e cioè con una realtà che fa tagli, licenziamenti e riduce i costi".

La preoccupazione dei sindacati

L'altra preoccupazione è che il gruppo americano decida di spostare gli asset all'estero e non li mantenga più in Italia: "Ci sono delle posizioni aperte sul sito di Gowen – prosegue il sindacato – che corrispondono esattamente a quelle delle persone che perderanno il lavoro su Milano". Il sindacato sostiene inoltre che, prima di arrivare a una scelta del genere, avrebbero preferito sedersi a un tavolo e confrontarsi: "Ragione prima sulle opportunità di mantenimento delle posizioni a Milano e alla fine valutare le reali criticità". Intanto c'è stato un incontro tra il sindacato e l'azienda per ritirare questa procedura, ma al momento la risposta della società è stata negativa: "Il primo passaggio è stato un po' deludente, abbiamo chiesto formalmente all'azienda di ragionare. Abbiamo un altro incontro il 15 novembre e ci aspettiamo che l'azienda torni avendo preso in considerazione anche le nostre osservazioni. Siamo in mobilitazione e vediamo il da farsi nelle prossime settimane".

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