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Genitori no vax indagati per tentato omicidio del figlio: il tampone voluto dalla Procura non potrà essere usato

Il giudice non ha convalidato il decreto d’urgenza del pm di Milano con cui aveva imposto un tampone Covid-19 a un bambino con sospetta leucemia. I genitori si erano opposti ma, considerato il pericolo che correva il piccolo, il magistrato aveva deciso di intervenire. L’esito del test non potrà essere utilizzato nel procedimento giudiziario.
A cura di Enrico Spaccini
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Il gip di Milano Fabrizio Filice non ha convalidato il decreto d'urgenza emesso dal pm Nicola Rossato con il quale è stato indotto il prelievo di campioni biologici nei confronti di un bambino di 4 anni e mezzo. I suoi genitori si erano rifiutati di sottoporre il figlio, con sospetta leucemia, a un tampone per il Covid-19. Il test, come gli era stato spiegato dai medici dell'ospedale Buzzi di Milano, era necessario per il trasferimento del piccolo al San Gerardo di Monza che richiede la negatività al coronavirus, in quanto ospita anche pazienti senza difese immunitarie.

Rossato era intervenuto aprendo un fascicolo per l'ipotesi di reato di tentato omicidio inducendo così il prelievo coattivo dei campioni biologici. Ieri domenica 28 maggio il gip, pur condividendo il "reale pericolo di vita" corso dal bambino, non ha convalidato il decreto d'urgenza del pm dal punto di vista giuridico perché quella norma è pensata per la salvaguardia delle indagini, non della tutela della salute. Perciò l'esito del tampone non potrà essere utilizzato nel corso del procedimento contro i genitori del bambino.

Il trasferimento necessario al San Gerardo di Monza

Il bambino è stato portato in ospedale lo scorso venerdì 26 maggio. Stava male e ,dopo una prima analisi del sangue, i medici hanno comunicato ai genitori che il piccolo potrebbe avere una forma aggressiva di tumore.

Per avere conferma del sospetto, è necessario effettuare il prelievo del midollo in modo da avviarlo il prima possibile alle cure indispensabili per la sua salute. Queste, però, dovrebbe farle al San Gerardo di Monza, specializzato in questo tipo di patologie ma che richiede un tampone Covid-19 negativo per entrare in reparto.

Il rifiuto dei genitori e l'imposizione dalla Procura

Stando a quanto ricostruito, i genitori del bambino si sarebbero rifiutati di dare il loro consenso per il tampone nasofaringeo nonostante fossero stati "resi edotti della necessità assoluta". Inoltre, avrebbero esitato anche a dare le proprie generalità fino a quando l'ospedale non ha richiesto l'intervento della polizia.

Gli agenti sono arrivati impugnando il decreto d'urgenza emesso dal pm. La Procura, infatti, aveva appena aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di tentato omicidio, con i genitori del bambino iscritti nel registro degli indagati. Così facendo, ha portato all'applicazione di una norma che ha indotto il prelievo coattivo dei campioni biologici. Questo è stato giustificato come atto dovuto a "tutela delle indagini".

Pur condividendo la presa di posizione del magistrato e l'assoluta necessità dell'intervento salva-vita per il piccolo, il gip non ha potuto convalidare il decreto d'urgenza sotto il profilo giuridico. Il giudice, infatti, a sottolineato come quella norma è stata pensata, appunto, per salvaguardare le indagini, e non per tutelare la salute. Per questo motivo, l'esito del tampone non sarà utilizzabile nel caso di un procedimento nei confronti dei genitori.

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