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È morta Laura Wronowski, staffetta partigiana e giornalista: era la nipote di Matteotti

Con il soprannome di Kyky, Laura Wronowski era diventata un simbolo della Resistenza contro il nazifascismo. L’Anpi: “Ciao Laura, ciao Partigiana. Un grande dolore”.
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Laura Wronowski
Laura Wronowski

Il suo nome di battaglia era Kyky e, con quel soprannome, si arruolò nel Brigata Giustizia e Libertà per combattere in prima persona il nazifascismo, che aveva ucciso suo zio Giacomo Matteotti. Ieri, domenica 22 gennaio, è morta Laura Wronowski, staffetta partigiana e poi giornalista diventata uno dei simboli della resistenza a Milano e in tutta Italia.

Morta Laura Wronowski

Fra i primi a commentare la morte di Laura Wronowski c'è la segretaria cittadina del Partito democratico milanese, Silvia Roggiani: "Ricorderemo sempre Wronowski per il suo coraggio e per la sua straordinaria dedizione e caparbietà", ha scritto su Facebook.

"Contro l'oppressione del regime nazifascista, – ha proseguito Roggiani – giovanissima scelse la strada dei monti. Nipote di Matteotti, con la conoscenza e la cultura che l'hanno sempre contraddistinta, continuò a essere testimone di quegli anni facendo Memoria".

"La città perde una grandissima milanese. La sua storia continuerà a vivere in noi, non indietreggeremo nemmeno di un passo per i valori che hanno spinto Wronowski a unirsi alla Resistenza. La mia più sincera vicinanza alla famiglia e all'Anpi in questo giorno di dolore", ha concluso la segretaria dem.

E infatti proprio dall'Associazione Nazionale Partigiani è arrivato un altro forte messaggio di cordoglio: "Ciao Laura, ciao Partigiana. Un grande dolore".

Chi era Kyky

Nata il primo gennaio del 1924 a Milano, era la figlia di un giornalista del Corriere della Sera e della cognata di deputato socialista Giacomo Matteotti, ucciso dagli squadristi fascisti il 10 giugno del 1924. Durante il fascismo ha vissuto in Liguria, proprio con i figli di Matteotti, ma l'8 settembre del 1943 scelse la Resistenza e quindi si arruolò partigiana, dove svolgeva il ruolo di staffetta fra gli uomini nascosti nelle campagne e la città.

Era stata anche la fidanzata con Sergio Kasman, il capo di stato maggiore del Comando piazza di Milano per Giustizia e Libertà, ucciso il 9 dicembre 1944 per colpa di una spia che lo aveva venduto ai tedeschi. Le sue gesta sono anche raccontate nel libro "Con l'anima di traverso. La storia di resistenza e libertà di Laura Wronowski".

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