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Chi era Giorgia Manenti, la 25enne morta mentre lavorava nell’azienda di famiglia

La comunità di Castelli Calepio (Bergamo) ricorda Giorgia, la 25enne che ha perso la vita annegando dentro un contenitore industriale. All’origine del malore che l’ha fatta cadere nel liquido probabilmente un attacco epilettico. A trovare il corpo è stato il padre.
A cura di Francesca Del Boca
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"Era spiritosa, aveva sempre la battuta pronta. Una tipa tosta, tanto che sembrava più grande della sua età”. "Simpatica ed educata. Una ragazza splendida, di cui si è sempre e solo parlato bene”.

Chi la conosceva continua infatti a dire bene di Giorgia Manenti, morta dopo un malore mentre lavorava nella ditta di famiglia a Castelli Calepio (Bergamo).

Un colpo improvviso. Forse una crisi epilettica, di cui aveva sofferto anche in passato. Momenti ormai superati, si pensava, tanto che la 25enne era riuscita anche a prendere la patente. Fino a ieri pomeriggio.

Il momento della tragedia

La ragazza, 25 anni, stava versando del liquido di produzione in una vasca esterna quando si è improvvisamente sentita male, cadendo in avanti e affondando così il volto all'interno del contenitore. È annegata in 30 centimetri d'acqua Giorgia Manenti, la 25enne che ieri pomeriggio 8 settembre stava lavorando come sempre nella Mega Srl, una ditta che produce packaging per la cosmetica. Un’impresa specializzata nello stampaggio di materiale plastico e nella cromatura, soprattutto di trousse per il make-up.

Al momento della tragedia Giorgia era al telefono con un'amica che, non sentendola più, è subito corsa in azienda per avvertire il padre. Il quale è accorso subito sul posto di lavoro della figlia, e l'ha trovata con il volto immerso nel liquame. Troppo tardi: a nulla è valsa la chiamata dei soccorritori, che hanno fatto salire in volo l'eliosoccorso.

"Era un terremoto"

"Era un terremoto", ricorda il nonno al Corriere della Sera. Carismatica, forte. "Uno spirito libero, sempre con il sorriso e la battuta pronta. "Conosceva tutti ed era il motore della compagnia. La prima a dire di andare a ballare. Avevamo appena comprato i biglietti per andare al concerto di Max Pezzali l’anno prossimo. Dovevamo andare là a cantare e piangere in prima fila", ricorda poi un'amica. Il tempo del pianto, invece, è arrivato prima del previsto.

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