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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

Caso Adriatici, nuove segnalazioni su legami tra il procuratore che indaga e il centrodestra

Sul caso Adriatici, indagato per aver ucciso un 39enne a Voghera, emergono nuovi legami tra il pm e il centrodestra. Legami però che il procuratore ha smentito.
A cura di Ilaria Quattrone
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La scorsa settimana è emerso che il procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che coordina le indagini sulla morte di Youns El Bossettaoui ucciso a Voghera lo scorso luglio dall'ex assessore comunale alla Sicurezza Massimo Adriatici, è stato visto nell’ottobre 2020 a un incontro elettorale della Lega a Legnano. Lo stesso partito di cui è esponente l'avvocato, al momento indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Tra i presenti a quell'incontro figuravano sia l'assessora regionale Claudia Terzi sia l'eurodeputato Angelo Ciocca: quest'ultimo era stato tra i primi a sostenere che quanto accaduto in piazza Meardi era "un chiaro episodio di legittima difesa".

Come si difende il pm Venditti sul caso Legnano

Dalla denuncia del quotidiano “La Repubblica” ne è scaturita un’interrogazione al ministero della Giustizia, Marta Cartabia, per chiedere che venissero chiariti tutti i dubbi relativi alla gestione delle indagini da parte della Procura. Da quelle accuse Venditti si è difeso spiegando a Fanpage.it: "Io a Legnano nel 2009 ho sgominato un'associazione di stampo mafioso. Sono state arrestate una ventina di persone, tutte condannate per associazione a delinquere di stampo mafioso. E queste tipologie di condanne nel Nord Italia si contano sulla punta della mano. È in questa ottica che io vado a Legnano a promuovere la commissione anti-mafia. Per questo, questa cosa mi offende. Io di antimafia – afferma il procuratore – parlo pure con il Diavolo e ci vado a parlare pure all'Inferno".

La candidatura con alcuni ex esponenti del centro destra

In questi giorni però a Fanpage.it è arrivata un’ulteriore segnalazione su possibili legami tra il Procuratore e alcuni esponenti di centrodestra del Pavese. Da questa emerge come il procuratore sia candidato alla presidenza del tennis club di Pavia. Nella lista di consiglieri candidati con il pm figurano diverse persone che in passato hanno avuto legami proprio con quella determinata parte politica. Come per esempio Paolo Gaetani, candidato nel 2019 con la lista civica Pavia Prima che appoggiava Fabrizio Fracassi, attuale sindaco di Pavia ed esponente della Lega. O Sandro Fabio Centanni, candidato nel 2014 al Comune di Pavia con la lista di Forza Italia. Tra i candidati consiglieri figurano poi Renata Crotti, ex assessore provinciale di Pavia e candidata con il Pdl a Mirandolo Terme, Giorgio Rondini con un passato sia nella democrazia cristiana che nel centrodestra considerato che nel 2005 si è candidato a Pavia nelle liste di Forza Italia e Lega. Oltre agli ex candidati, è presente anche Enzo Liaci, noto per essere membro di una loggia massonica.

Venditti: Non sono a conoscenza dei loro legami

Contattato da Fanpage.it, il procuratore sostiene di essere all’oscuro del passato politico dei suoi candidati consiglieri e di non essere a conoscenza delle loro simpatie politiche sottolineando, inoltre, che il tennis club è apolitico. Un aspetto al quale tiene molto e che considera un punto di orgoglio: "Smentisco assolutamente. Non sono a conoscenza di legami con il centrodestra. Io conosco tutti loro come professionisti, ognuno poi può avere le sue idee politiche. Gaetani è un noto neurochirurgo. Crotti è una professoressa dell'Università e li conosco solo per il loro lavoro".

L'interrogazione di Fratoianni

Dopo quanto emerso nelle settimane precedenti, il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha esposto la volontà di presentare un'interrogazione alla ministra Cartabia. A Fanpage.it ha spiegato che nell'interrogazione – che fa riferimento all'incontro a Legnano – sarà chiesto se "non ritenga opportuno, essendo una vicenda così delicata, avviare un'interrogazione ispettiva". Secondo Fratoianni, la cui tesi è sposata anche dai legali della famiglia del 39enne ucciso in piazza Meardi, ci sarebbero degli elementi che non sarebbero stati presi in considerazione dalla Procura come il fatto che Adriatici "avrebbe pedinato la vittima per più di dieci minuti prima di ritrovarsi in piazza Meardi". Altro punto sarebbe quello relativo all'autopsia avvenuta, come sostenuto dagli avvocati, senza che loro o i famigliari venissero informati. Infine, secondo il segretario meriterebbero approfondimento le modifiche sul reato ipotizzato inizialmente: "Da omicidio volontario è stato modificato in eccesso colposo in legittima difesa che ha permesso all’ex assessore di tornare in libertà lo scorso 20 ottobre dopo tre mesi di arresti domiciliari".

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