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Bimbo precipitato dalle scale della scuola: per i giudici la morte non fu colpa della maestra

Secondo i giudici che hanno emesso la sentenza di assoluzione nei confronti della maestra che era accusata di concorso in omicidio colposo, la morte del piccolo Leonardo – precipitato dalle scale di scuola nel 2019 – non è colpa della donna.
A cura di Ilaria Quattrone
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Per i giudici, la morte del piccolo Leonardo – il bimbo precipitato dalle scale della scuola Pirelli di Milano nel 2019 – non è stata colpa della maestra. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza – emessa dalla quinta sezione della Corte d'Appello, presieduta da Antonio Nova – che ha portato all'assoluzione della donna che era stata accusata di concorso in omicidio colposo.

Le motivazioni della sentenza

"Nonostante l'omissione di cui si è resa responsabile" – cioè non aver assicurato la sorveglianza dell'alunno fuori dalla classe, di non farlo lasciato alla supervisione di un altro adulto, di non aver nemmeno cercato un collaboratore scolastico che potesse accompagnarlo e permettendogli quindi di andare in bagno da solo – "il bambino – scrivono i giudici – veniva a un certo punto ugualmente preso in carico" dalla collaboratrice scolastica che aveva comunque un'autonoma "posizione di garanzia nel riportarlo in classe sano e salvo".

In corso il processo nei confronti della maestra di sostegno

Per tutti questi motivi, secondo i giudici, non può sussistere con certezza "il nesso di causalità tra la iniziale condotta colposa e omissiva" della maestra e la successiva morte del piccolo. L'evento "non è rimproverabile all'imputata" perché la situazione di affidamento a un collaboratore "si era comunque verificata". Inoltre anche se la maestra avesse chiamato fin da subito la bidella e le avesse quindi affidato il bambino immediatamente all'uscita di questo "non vi è prova certa che qualcosa sarebbe cambiato in tal caso rispetto al successivo tragitto (rivelatosi fatale), lungo il quale il piccolo, ormai perso di vista anche dalla collaboratrice scolastica, faceva rientro in classe". Attualmente è ancora in corso il processo in primo grado – che si svolge con rito ordinario – nei confronti della maestra di sostegno. La bidella invece, terza imputata, aveva scelto di patteggiare due anni di carcere.

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