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La chat degli orrori degli studenti milanesi: quattro universitari a processo

Secondo l’accusa sarebbero proprio loro gli ideatori della chat delle atrocità, un gruppo virtuale che radunava 300 giovani. La denuncia è partita da uno dei membri, dopo aver ricevuto immagini di alcuni neonati vittime di violenza sessuale.
A cura di Francesca Del Boca
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Bambini abusati, scene di omicidi e mutilazioni, inni nazisti. Orrori e violenze di ogni genere circolavano all'interno di una chat che radunava più di 300 studenti universitari milanesi, sgominata oggi dalla polizia di Sesto San Giovanni (Milano). La denuncia era partita da uno dei membri del gruppo online: solo dopo essersi trovato sullo schermo la foto di una neonata vittima di violenza sessuale, ha deciso di denunciare a chi di dovere.

Le indagini sono sfociate poi in un processo a carico di quattro studenti universitari, residenti in diverse città della Lombardia, accusati di divulgazione, detenzione e cessione di materiale pedopornografico: secondo l'accusa sarebbero proprio loro gli ideatori della chat delle atrocità. Imputati anche due minorenni residenti a L'Aquila.

La mole di immagini raccapriccianti che ha messo a dura prova anche gli investigatori

Una gara ad alzare l'asticella del raccapriccio. Un gioco malsano che, con l'avanzare del tempo, si è trasformato in una vera e propria macabra collezione dei peggiori abomini umani: mutilazioni, "squartamenti e decapitazioni", stupri, immagini e video pedopornografici, riprese di omicidi e massacri.

È grazie alle analisi condotte dagli esperti in Digital Forensic del Nucleo Reati Informatici della Polizia locale di Milano che sono emerse migliaia di immagini proibite, destinate alla divulgazione in rete: una sequela di messaggi che avrebbero messo a dura prova anche gli investigatori, costretti a setacciare l'enorme mole di materiale virtuale che i ragazzi si sono scambiati nel corso degli anni.

I gruppi virtuali dell'orrore in tutta Italia

Ma il gruppo WhatsApp dell'orrore non ha base solo a Milano. È solo uno dei tanti che nascono tra i più giovani, il più delle volte con l'intento iniziale di scambiarsi solo messaggi frivoli e immagini divertenti.

A Genova, giusto oggi, sono stati tre i ragazzi (tra i 14 e i 21 anni) arrestati con l'accusa di far parte di un gruppo Telegram in cui, oltre a scambiarsi materiale pedopornografico, incitavano alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi oltre all'apologia di gravi crimini anche di tipo terroristico (come omicidi e stragi). Stesso copione a Pescara, solo poche settimane fa: qui la Polizia postale ha denunciato 7 minori, accusati adesso di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico all'interno di una chat che radunava minorenni tra i 13 e i 15 anni.

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