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Picchiava la compagna con la cintura: arrestato un 40enne

È stato arrestato a Milano un uomo di 40 anni, accusato di aver ripetutamente picchiato e umiliato la propria compagna, 30 anni, da dicembre 2020 a luglio 2022. Le violenze documentate dalla donna con il cellulare, salvando chat e fotografie.
A cura di Francesca Del Boca
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Il copione sembra sempre lo stesso. Una storia di angherie e violenze chiusa dentro le mura di casa: botte, schiaffi, umiliazioni. Stavolta, anche frustate con la cintura. 

Così un uomo, cittadino italiano, 40 anni, ha vessato la compagna e convivente, 30 anni, per due anni. Uno stato di soggezione e sottomissione terminato quando la donna ha trovato il coraggio di andare dalla polizia di Milano, e denunciare. Per il 40enne sono quindi scattate le manette ai polsi: è stato arrestato oggi, con l'accusa di maltrattamenti e lesioni.

La donna ha documentato le violenze scattando delle foto e salvando le chat con il compagno

Violenze, botte e umiliazioni di ogni genere. La donna ha sempre documentato tutto, immortalando lividi e ferite con la telecamera dello smartphone. E tenuto memoria delle chat che testimoniavano delle angherie che la 30enne era costretta a subire quotidianamente tra pugni, insulti e schiaffi. Secondo la Procura, questo metodo avrebbe consentito "di ricostruire numerosi episodi denunciati dalla 30enne, acquisendo conferma di quanto patito dalla donna sia sentendo diversi testimoni che analizzando le foto e le chat che documentavano gli episodi segnalati dalla vittima". Episodi che sono durati per ben due anni, dal dicembre del 2020 a luglio del 2022.

In Lombardia aumentano le richieste d'aiuto ai centri antiviolenza

Una notizia, tra le tante, che arriva proprio in occasione della giornata nazionale contro la violenza sulle donne. Un problema italiano e purtroppo anche lombardo: nella regione, dall'anno scorso, le richieste ai centri antiviolenza sono aumentate di oltre il 13 per cento. E, secondo i dati dell'Osservatorio regionale antiviolenza, a chiedere aiuto sono soprattutto giovani donne (madri nella metà dei casi) che hanno subito maltrattamenti fisici o psicologici.

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