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Milano, riapre la storica libreria Centofiori: “Ho lasciato il posto fisso per realizzare un sogno”

Da poche settimane Vittorio Graziani ha preso in gestione, insieme ai suoi soci, la libreria Centofiori di Milano. Restyling degli arredi e comunicazione sono i punti forti della strategia per far rivivere la storica libreria indipendente: “Oggi un libraio deve spingere il lettore a uscire dalla comfort zone proponendo letture nuove, fare ciò in cui l’algoritmo di Amazon non riesce”.
A cura di Laura Ghiandoni
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Lasciare il posto fisso nella sede al Duomo della Feltrinelli per inseguire il sogno di riaprire una libreria indipendente storica e far tornare a vivere la libreria Centofiori di piazzale Dateo, stella polare nel panorama delle librerie indipendenti di Milano. Chi ha abbracciato questa nuova avventura per lasciare la carriera sicura all’interno di un grande gruppo si chiama Vittorio Graziani, libraio di professione che si è messo alla prova affiancato da un gruppo di soci che in passato ha già messo in piedi diverse librerie, da Nord a Sud: Ada Carpi e Andrea Palombi (titolari della casa editrice Nutrimenti), Fabio Masi, Marco e Guido Garavoglia di Milano.

Dove ha trovato il coraggio per scegliere di passare dalla grande catena libraria alla piccola libreria storica indipendente può raccontarcelo solo Vittorio: "Tutti i librai, anche quelli che lavorano per le grandi catene, in fondo hanno il sogno di aprire una piccola libreria. Un desiderio di mettersi alla prova. Riaprire la Centofiori è stato cogliere una sfida perché se da un lato è vero che lavorare in una catena libraria ti mette al riparo da tanti rischi e ti consente più possibilità di sbagliare, in una piccola realtà non puoi permetterti tanti errori. Il libraio indipendente deve essere più prudente nelle scelte, occupandosi di tutto il procedimento della vendita dei libri dall'inizio alla fine. Tutto sommato si è liberi anche lavorando come responsabile alla Feltrinelli, per me è stata un'esperienza fondamentale per acquisire le competenze necessarie a diventare un libraio."

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Esperienza che ha sapientemente sfruttato nella nuova impresa, infatti alla domanda “che cosa ha significato far ripartire una libreria come la Centofiori?” ha risposto così: "La libreria storica andava già bene, era un luogo che aveva già un'anima intensa e un catalogo di autori approfondito e selezionato. Il nostro contributo è stato quello di adattare alcune caratteristiche tipiche di una grande libreria ad una libreria piccola perché il lettore possa ambientarsi e percepire immediatamente le caratteristiche del luogo in cui si trova". In che modo?

"Abbiamo ristrutturato i locali – continua Graziani – e diviso la libreria in tre sale: una per la narrativa, una per la saggistica e un'altra per la letteratura d’infanzia. Poi abbiamo disegnato e progettato uno per uno i mobili di fattura artigiana, perché il cliente riuscisse ad ambientarsi facilmente. Sono state aggiunto pedane, abbiamo una carta intestata, tutti dettagli che in una piccola libreria di solito non si trovano". La Centofiori, tra l’altro, ha scelto di non aggiungere caffetterie o altri beni di consumo diversi dai libri, in contrasto con la tendenza degli ultimi anni, puntando tutto sulle competenze di un libraio. Ma che cosa significa fare il libraio oggi e quali sono le nuove sfide che deve affrontare?

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"Oggi la professione è ancora più competitiva perché, a parte la passione e la conoscenza assolutamente necessarie, ci si deve confrontare con il nuovo nemico della vendita online. Quindi il libraio deve cercare di fare quello che l'algoritmo di Amazon non può: far uscire il lettore dalla comfort zone proponendo letture nuove, veicolando nuovi autori, creando gusto." A proposito di creare gusto, durante l'inaugurazione, nelle tre vetrine della Centofiori è stato esposto un unico libro, La frontiera di Alessandro Leogrande, scomparso prematuramente lo scorso anno, figura unica nel panorama della cultura italiana, tuttavia non propriamente un autore mainstream.

“Abbiamo scelto il libro di Leogrande, innanzitutto, perché è un grande libro e l’autore ancora poco conosciuto al grande pubblico in Italia, aveva tutte le caratteristiche per diventare un futuro gigante della letteratura italiana. Inoltre, volevamo omaggiare la casa editrice Feltrinelli che recentemente ha visto la triste scomparsa di Inge, moglie di Giangiacomo Feltrinelli. Nei prossimi mesi continueremo a mostrare i nostri gusti esponendo nelle vetrine unicamente tre opere letterarie alla volta. Questo perché mostrare i gusti del libraio è una delle libertà, oltre che una responsabilità, che si può permettere chi gestisce una libreria indipendente."

Libertà e responsabilità, dunque. Due ingredienti indispensabili a chiunque insegua il suo sogno. Ma c’è qualcos’altro nella lista da realizzare? "Il prossimo passo che vorrei compiere – conclude Graziani – sarà diventare un punto di riferimento per chi desidera aprire una libreria indipendente in qualsiasi città d’Italia, aiutando così a far nascere altre piccole realtà vivaci e piene di carattere, che invece farebbero fatica ad emergere senza una guida e delle indicazioni. Aprire una libreria non è un impresa eccessivamente costosa, è questo il futuro del settore librario."

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