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Milano, fra i resti dell’antica città romana anche la colonna del Diavolo: ecco perché si chiama così

Fra i numerosi resti della magnificenza d’età imperiale, Milano vanta una colonna del II secolo che nasconde una storia davvero particolare: parte di un ricco edificio probabilmente costruito da Massimiano, la colonna è visibile ancora oggi nei pressi della chiesa di Sant’Ambrogio. Perché proprio qui il patrono di Milano lottò, e vinse, contro il Diavolo in persona.
A cura di Federica D'Alfonso
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La chiesa di Sant'Ambrogio a Milano: accanto sorge la cosiddetta "colonna del Diavolo".
La chiesa di Sant'Ambrogio a Milano: accanto sorge la cosiddetta "colonna del Diavolo".

Una città che per bellezza e magnificenza non aveva nulla da invidiare a Roma: così, nel IV secolo dopo Cristo, Decimo Magno Ausonio descriveva l’antica Mediolanum. Certo, il poeta romano non poteva dire altrimenti, data la natura fortemente celebrativa della sua opera: tuttavia la sua descrizione non doveva essere poi tanto lontana dalla realtà, soprattutto dopo che Milano era divenuta il centro nevralgico dell’Impero romano d’Occidente di Massimiano. Tantissimi sono i resti che lasciano intendere la ricchezza e la bellezza della città: molti dei quali hanno tramandato per secoli delle storie davvero particolari, come quella della celeberrima Colonna del Diavolo.

La colonna romana di Sant'Ambrogio: simbolo dell’Impero

Al di là della leggenda in sé, molto suggestiva, questa colonna è stata molto spesso al centro delle cronache cittadine, soprattutto per il valore fortemente simbolico del luogo in cui si trova: qui, si racconta, venivano portati gli Imperatori che, prima dell’incoronazione, dovevano abbracciare questa strana colonna marmorea solitaria al centro della piazza. Solitaria perché, molto probabilmente, non doveva sorgere nel luogo in cui ancora oggi è visibile: gli archeologi hanno ipotizzato che si tratti di un “avanzo” di un antico palazzo del II secolo ubicato in un luogo sconosciuto, e trasportato nella piazza antistante alla chiesa di Sant'Ambrogio solo successivamente.

Tale pratica era d’altra parte molto comune, e lo fu anche successivamente in epoca medievale: anzi fu proprio nel medioevo, stando ad alcuni scavi che hanno rivelato i resti di alcune sepolture successive, che la colonna venne innalzata di nuovo. Prima di quest’epoca è probabile che giacesse abbandonata, una delle tante macerie della magnificenza romana. Per fortuna dei milanesi la colonna venne recuperata e messa al suo posto: altrimenti Sant'Ambrogio non avrebbe mai visto la sua battaglia contro il Diavolo.

Sant'Ambrogio e la leggenda della colonna del Diavolo

Van Dyck, "Sant'Ambrogio impedisce a Teodosio di entrare nella cattedrale di Milano" (1620).
Van Dyck, "Sant'Ambrogio impedisce a Teodosio di entrare nella cattedrale di Milano" (1620).

Sì, perché una delle leggende più famose di Milano è proprio quella che vede protagonista la colonna romana: si racconta infatti che Ambrogio, all'epoca in cui era vescovo della città, passeggiasse tranquillamente nella piazza che prenderà il suo nome quando il Diavolo in persona tentò di attaccarlo. Spingendolo, Sant'Ambrogio mandò il demonio a sbattere proprio contro la colonna romana: l’urto fu talmente forte da far incastrare le corna di Satana all'interno del marmo, lasciando due vistosi buchi ad altezza d’uomo.

Buchi che, sempre secondo le leggende popolari, provocarono l’apertura di un passaggio per l’Inferno: avvicinandosi ad essi era possibile sentire odore di zolfo, e appoggiando l’orecchio sulle cavità si udivano addirittura i lamenti dei defunti nell'aldilà. Per molto tempo, fino almeno a metà Novecento, si credeva che la notte di Pasqua il carro dei dannati passasse proprio di lì, da quel varco, per raggiungere il luogo di destinazione ultimo delle anime.

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