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Migranti, Vaticano contro Ue: “Bombardare barconi è atto di guerra”

“È inutile distruggere le imbarcazioni, le persone disperate troveranno sempre sistemi per fuggire: faranno altri barconi, passeranno via terra”. Così Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti.
A cura di Susanna Picone
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Il Vaticano non è apparso soddisfatto di quanto è emerso dal Consiglio europeo straordinario chiamato ieri a dare una risposta, in seguito all’ennesima strage nel Mediterraneo, all’emergenza immigrazione. In particolare a destare maggiori dubbi è l’intenzione di distruggere i barconi di immigrati prima del loro utilizzo. Ma bombardare in un Paese "è un atto di guerra", secondo il Pontificio Consiglio per i Migranti. “A cosa mirano? Solo ai piccoli battelli dei migranti? Chi garantisce che quell’arma non uccida anche le persone vicine, oltre a distruggere i barconi? E poi, anche se fossero distrutti tutti i battelli, il problema dei migranti in fuga da conflitti, persecuzioni e miseria continuerà ad esistere”: queste le parole pronunciate in un’intervista al “Sir” dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del consiglio. Secondo il cardinale è infatti inutile bombardare i barconi perché le persone disperate troveranno comunque un sistema per scappare: “Faranno altri barconi, passeranno via terra”. “Ricordiamoci – ha continuato – che la maggior parte dei migranti non arriva dal Mediterraneo ma dalle frontiere terrestri. Finché ci saranno guerra, dittature, terrorismo e miseria ci saranno i profughi, che andranno dove possono andare”.

Nel Consiglio straordinario di giovedì i leader dei Paesi dell’Unione hanno raggiunto un accordo per triplicare i fondi destinati all’operazione Triton ed è questa l’unica misura “promossa” dal cardinale. Perché a suo dire così non si risolve il problema: "Servirebbe un programma a lungo termine, una politica delle migrazioni seria”, ha continuato il cardinale Vegliò. L’atteggiamento della Gran Bretagna, ad esempio, che ha risposto con un no secco all’accoglienza, secondo il religioso “è molto egoistico”. “Perché tutti sono disposti a dare soldi, basta che non vengano a disturbare nel proprio Paese”, ha aggiunto. A suo avviso l’Ue “è una unità economica, finanziaria ma non ha una politica estera comune. Quanto conta l’Europa in Medio Oriente o in Africa o in America Latina? Niente. Contano i singoli Paesi: i legami della Spagna con l’America Latina, della Francia con l’Africa o con il Medio Oriente”. Il cardinale ha, infine, parlato dell’Europa come di “un progetto bellissimo ed entusiasmante” ma mi sembra – ha detto – “che oggi sia molto egoista, stanca, abbia perso i suoi valori cristiani”. Vegliò ha puntato anche il dito contro l'Europa e in particolare l'Italia responsabili di alimentare guerre e violenze esportando le armi. “Lo sappiamo tutti – ha dichiarato – che le armi vengono dai Paesi sviluppati, compresa l'Italia. Se noi riuscissimo a bonificare questi Paesi non ci sarebbe più la guerra in Siria, la corruzione e le tensioni in Libia, in Medio Oriente”.

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