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Migranti, una donna che fugge da matrimonio combinato ha diritto a status di rifugiata

La Cassazione, ribaltando una sentenza della Corte d’Appello di Bologna, ha deciso che ha diritto allo status di rifugiata colei che fugge da nozze imposte nel proprio Paese d’origine.
A cura di Annalisa Cangemi
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È arrivata la sentenza della Cassazione che determina una novità per le donne migranti: coloro che scappano da un matrimonio imposto dalle famiglie nei loro Paesi d'origine hanno diritto ad ottenere lo status di rifugiate. La Cassazione ha così ribaltato una sentenza della Corte d'Appello di Bologna, che aveva respinto la richiesta d'asilo fatta da una nigeriana: poiché il suo la Nigeria non è in guerra la sua richiesta d'asilo è stata negata.

La vicenda della donna racconta una storia di violenze psicologiche e sopraffazione. Dopo essere rimasta vedova, secondo le regole della comunità a cui appartiene, avrebbe dovuto sposare il cognato. Ma la donna lo ha respinto. Il suo gesto ha scatenato l'ira dei suoi familiari, che l'hanno cacciata da casa, togliendole anche la patria potestà genitoriale sui figli. E così la giovane è scappata per sfuggire alle pressioni del cognato. Come recita la sentenza, è evidente che la donna "sia stata vittima di una persecuzione personale e diretta, per l'appartenenza a un gruppo sociale, ovvero in quanto donna, nella forma di atti specificatamente diretti contro un genere sessuale". Aggiungono i giudici: "È presupposto per il riconoscimento dello status di rifugiato il fondato timore di persecuzione personale e diretta nel Paese di origine del richiedente a causa della razza, della religione, della nazionalità, dell'appartenenza ad un gruppo sociale ovvero per le opinioni politiche professate". Pertanto la donna ha diritto alla protezione internazionale.

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