Migranti schiavizzati nei campi, imprenditori condannati a 11 anni nel Salento
Avrebbero formato, insieme ai caporali, una vera e propria associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dei lavoratori, riducendo letteralmente in schiavitù decine e decine di operai agricoli, tutti migranti provenienti dall'estero. Per questo motivo quattro imprenditori salentini sono stati condannati dalla Corte d'assise di Lecce a pesanti condanne per sfruttamento e schiavitù. Sul banco degli imputati erano finiti 7 imprenditori salentini e 9 caporali stranieri, ma per tre di loro i giudici hanno decretato l'assoluzione
A tre dei quattro imprenditori condannati inflitta una pensa di undici anni di reclusone, per il quarto e uno dei caporali è arrivata una condanna a 3 anni. Per gli altri otto stranieri imputati, infine, la pena è stata di 11 anni di reclusione. Pene severe ma inferiori a quelle richieste dell'accusa che aveva sollecitato condanne tra i nove e i 17 anni.
La sentenza arriva a 5 anni dall'inchiesta che poi aveva portato agli arresti. L'intera vicenda era venuta a galla con lo storico sciopero dei braccianti agricoli a Nardò capeggiato dal camerunense Cap Yvan Sagnet che poi si è impegnato a far conoscere le terribili condizioni del lavoro dei migranti impiegati nelle campagne del Sud Italia. Grazie a quella motivazione , infatti, molti denunciarono appoggiati da alcune associazioni che poi si sono costituite parte civile nel processo