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Migranti, l’appello del Papa: “Basta tragedie in mare, la comunità internazionale agisca”

Papa Francesco rivolge un appello alla comunità internazionale chiedendo di agire per evitare che si ripetano naufragi e morti di migranti nel mar Mediterraneo. Il pontefice chiede di “garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti e la dignità di tutti”, esprimendo il suo “dolore più forte” per le ultime morti in mare.
A cura di Stefano Rizzuti
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Un vero e proprio appello alla comunità internazionale arriva da Papa Francesco per riuscire ad arginare i decessi dei migranti nel mar Mediterraneo. Bergoglio parla durante l’angelus delle notizie “giunte in queste ultime settimane” riguardanti i “naufragi di barconi carichi di migranti nelle acque del Mediterraneo”. Il pontefice esprime il suo “dolore più forte” e rivolge un “accorato appello affinché la comunità intenzionale agisca con decisione e prontezza onde evitare che simili tragedie si ripetano”. Il riferimento è sempre ai naufragi dei barconi dei migranti in mare e la richiesta del Papa è di “garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti e la dignità di tutti”.

Queste le parole usate dal Papa durante l’angelus a piazza San Pietro: “Cari fratelli e sorelle, sono giunte in queste ultime settimane drammatiche notizie di naufragi di barconi carichi di migranti nelle acque del Mediterraneo. Esprimo il mio dolore di fronte a tali tragedie ed assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo e la mia preghiera. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi e per garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti e la dignità di tutti”.

Prima il pontefice aveva parlato dell’importanza di aiutare il prossimo nelle sofferenze e nelle difficoltà:

Maria Santissima ci aiuti a farci carico dei problemi, delle sofferenze e delle difficoltà del nostro prossimo, mediante un atteggiamento di condivisione e di servizio. Il suo cuore è così tenero e pieno di compassione, che sa cogliere i bisogni anche più nascosti delle persone. Inoltre, la sua compassione non indica semplicemente una reazione emotiva di fronte ad una situazione di disagio della gente, ma è molto di più: è l'attitudine e la predisposizione di Dio verso l'uomo e la sua storia. Gesù appare come la realizzazione della sollecitudine e della premura di Dio per il suo popolo. Dato che Gesù si è commosso nel vedere tutta quella gente bisognosa di guida e di aiuto, ci aspetteremmo che egli si mettesse ora ad operare qualche miracolo. Invece, si mise a insegnare loro molte cose. Ecco il primo pane che il messia offre alla folla affamata e smarrita: il pane della parola. Tutti noi abbiamo bisogno della parola di verità, che ci guidi e illumini il cammino.

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