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Migranti, la Ue: lʼ80% degli arrivi in Italia sono di “irregolari”

Il commissario UE Dimitris Avramopoulos evidenzia la differenza esistente tra chi fugge dalla guerra in Siria e l’immigrazione che dalle sponde africane attraversa il Mediterraneo per approdare sulle nostre coste. “Non intendiamo cambiare i criteri delle nazionalità da ricollocare”, ha avvisato.
A cura di Biagio Chiariello
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"Se confrontiamo Italia e Grecia vediamo che fino all'80% dei migranti che attraversano il mar Egeo sono profughi, mentre la maggioranza di quelli che arrivano in Italia dal Mediterraneo centrale, anche in questo caso l'80%, sono irregolari. Non intendiamo cambiare i criteri" delle nazionalità da ricollocare. Lo ha detto il commissario Ue alla Migrazione e Affari interni, Dimitris Avramopoulos, in risposta a chi chiede una modifica dei criteri per le nazionalità da ridistribuire, visto che in Italia non ci sono abbastanza siriani ed eritrei candidabili.

La Commissione UE ha stabilito che l'obiettivo di completare la redistribuzione dei profughi da Italia e Grecia al resto d'Europa entro il settembre dell'anno prossimo si può ancora ottenere, ma a patto che tutti i Paesi accettano di accogliere almeno 3mila rifugiati al mese dall’Italia (almeno un migliaio) e Grecia (2mila), che dovranno aumentare a 4.500 (3mila dalla Grecia e 1.500 dall'Italia) a partire da aprile. "Negli ultimi mesi – ha aggiunto Avramopoulos – Italia e Grecia hanno compiuto sforzi sovrumani per gestire la crisi dei rifugiati. La Commissione ha deciso di chiudere le procedure d'infrazione avviate contro l'Italia e la Grecia per mancata applicazione del regolamento Eurodac in quanto in entrambe gli Stati il tasso di rilevamento delle impronte digitali è ora prossimo al 100%".

"La Commissione europea ha chiuso la procedura di infrazione contro l'Itralia e la Grecia per la raccolta delle impronte digitali Eurodac", ha poi annunciato Dimitris Avramopoulos. Nel dicembre 2015 la UE aveva inviato a Italia e Grecia lettere di costituzione in mora perché i due Paesi “non rilevavano né trasmettevano alla banca dati Eurodac le impronte digitali di tutti i cittadini di Paesi terzi entrati in modo irregolare nella Ue attraverso le loro frontiere esterne”. Oggi Bruxelles indica che "dati i notevoli miglioramenti registrati nelle attività di rilevamento delle impronte digitali a partire dall'inizio del 2016, Grecia e Italia stanno rilevando le impronte digitali dei cittadini di Paesi terzi conformemente al regolamento Eurodac".

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