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Migranti, Juncker: “Ue non sarà mai una fortezza, il mondo non appartiene a pochi”

Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, invita a difendere i valori europei: “Diciamo sì al patriottismo, no al nazionalismo esagerato”. E sui migranti: “Gli Stati membri non hanno ancora trovato un rapporto giusto fra la responsabilità dei singoli Paesi e la necessaria solidarietà”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"L'Europa deve restare un continente di apertura e tolleranza, non sarà mai una fortezza in un mondo che soffre, non sarà mai un'isola, resterà multilaterale, il pianeta non appartiene a pochi". A dirlo è il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell'Unione alla Plenaria a Strasburgo. Juncker ribadisce la sua contrarietà alle frontiere interne nell'Ue, e spinge per la loro rimozione. Sui migranti, spiega, "i nostri sforzi hanno portato a dei risultati con meno profughi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, tuttavia gli Stati membri non hanno ancora trovato un rapporto giusto fra la responsabilità dei singoli Paesi e la necessaria solidarietà, che deve essere dimostrata se vogliono mantenere lo spazio Schengen senza confini". 

Propone però un "rafforzamento della guardia costiera e di frontiera europea fino a 10mila unità da qui al 2020 ed un'agenzia europea per l'asilo". E ancora ricorda i valori europei a cui si ispira: "Rispettiamo meglio l'Ue, non sporchiamo la sua immagine, cerchiamo di difenderne l'immagine, diciamo sì al patriottismo, no al nazionalismo esagerato che detesta gli altri e cerca di distruggerli". E aggiunge: "Ogni volta che l'Europa parla con una sola voce riesce ad imporsi agli altri, deve agire come un fronte compatto, e noi lo abbiamo dimostrato quando abbiamo difeso l'accordo di Parigi". Sull'ingresso di nuovi Stati membri nell'Unione sottolinea: "Le sfide esterne si moltiplicano, non possiamo mollare la presa per costruire un'Europa più unita e più forte. Gli allargamenti per me restano successo, abbiamo conciliato geografia e storia, ma restano sforzi da fare. Dobbiamo definire in modo definitivo l'adesione dei paesi dei Balcani occidentali altrimenti gli altri si assumeranno compito di dare forma ai nostri vicini".

Sulla sicurezza annuncia nuove norme in chiave anti-terroristica: "I cittadini europei si aspettano che l'Unione li protegga, per questo propongo nuove norme per lottare contro la propaganda terroristica", anche sul web. L'esecutivo comunitario "propone che i compiti della Procura europea possano essere estesi alla lotta al terrorismo", e annuncia "nuovi provvedimenti per lottare anche contro il riciclaggio di denaro".

A proposito del voto per sanzionare l'Ungheria di Orban, che si svolgerà oggi in Parlamento, afferma: "L'articolo 7", cioè l'attivazione delle sanzioni verso uno Stato membro, "va applicato laddove lo stato di diritto è in pericolo". 

Juncker poi, incontrando i giornalisti, si dice "allibito" per i continui attacchi del ministro degli Interni Matteo Salvini e dalla "retorica politica di parte della coalizione del governo". "Salvini – aggiunge – ha affermato che in campagna elettorale ogni volta che apro bocca, lui guadagna voti. Io non voglio essere utile a lui, ma utile all'Italia. Con il premier Conte, il mio amico Giuseppe, non ho problemi".

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