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Migranti e ‘Ndrangheta, Alfano: “Dimissioni io? Non esiste ancora il reato di fotografia”

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano respinge le accuse mosse dal Movimento 5 Stelle e replicato: “Dei Cinque Stelle non mi curo, anche perché chi è guidato da un condannato dovrebbe avere rispetto per l’incensurato. Quanto alle presunte fotografie compromettenti, la verità è che chiunque fa politica ha migliaia di foto, e io, per ragioni di carattere, non mi sottraggo quando mi chiedono una fotografia”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il ministro Angelino Alfano è sotto assedio politico dopo l'arresto di 68 persone – accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose – operato nell'ambito di un'operazione condotta dalla Dda di Catanzaro che ha scoperchiato la presunta gestione del Cara di Isola di Capo Rizzuto da parte di alcuni esponenti del clan ‘ndranghetista Arena. Moltissimi esponenti politici di ogni schieramento, dal Movimento 5 Stelle a Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, chiedono la testa dell'ex ministro degli Interni e attuale titolare della Farnesina. "Dopo i 68 arresti per ‘ndrangheta legati al business migranti nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, ad Alfano non rimane che una sola cosa, rassegnare le dimissioni da ministro”, dichiarano i capigruppo M5S di Camera e Senato Roberto Fico e Carlo Martelli.

Il ministro degli Esteri però non ci sta e respinge ogni accusa al mittente: "Chi ruba sull'accoglienza ruba due volte. Ringrazio e mi congratulo con il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, per l'ottimo lavoro nello smantellamento dell'organizzazione criminale che stava dietro il centro di accoglienza per migranti del Crotonese. Durante la mia gestione abbiamo rafforzato tutti i controlli preventivi: quando non bastano c'è la magistratura che interviene, come in questo caso, e noi sosteniamo con forza l'inchiesta del procuratore Gratteri".

"Dei Cinque Stelle non mi curo, anche perché chi è guidato da un condannato dovrebbe avere rispetto per l'incensurato. Quanto alle presunte fotografie compromettenti, i miei addetti ai social network hanno detto che spulciando il profilo Facebook di questo qui hanno trovato una galleria fotografia con personaggi di altissimo livello e con tutti i principali protagonisti della politica italiana, e non solo della politica ma anche di altri ambiti". La fotogallery a cui si riferisce il ministro comprende fotografie di Sacco con Grasso, Renzi, Berlusconi, Salvini."La verità è che chiunque fa politica ha migliaia di foto, e io, per ragioni di carattere, non mi sottraggo quando mi chiedono una fotografia", ha spiegato Alfano.

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