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Migranti, arriva il decreto Salvini: addio al permesso di soggiorno per motivi umanitari

È pronto il decreto Salvini in tema di migranti: una misura con cui si prevede la cancellazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Verrebbe sostituito da altre tipologie di protezione internazionale, ma più stringenti. Aumentano, inoltre, i casi in cui è possibile revocare la protezione umanitaria e la cittadinanza italiana.
A cura di Stefano Rizzuti
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La prima e più importante novità che il cosiddetto decreto Salvini sui migranti sembra introdurre riguarda l’addio ai permessi di soggiorno per motivi umanitari. Il decreto sarebbe pronto e secondo quanto riporta l’Adnkronos, che avrebbe visionato il testo e la relazione illustrativa, il suo titolo sarebbe “Disposizioni urgenti in materia di rilascio di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario nonché in materia di protezione internazionale, di immigrazione e di cittadinanza”. Un testo composto di 15 articoli che ha come obiettivo quello di eliminare “l’istituto del rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari”. Al suo posto dovrebbe essere introdotta una nuova tipologia di tutela complementare. Nello specifico dovrebbero essere individuate “nelle condizioni di salute di eccezionale gravità e nelle situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di origine” le ragioni “che impediscono temporaneamente il rientro dello straniero in condizioni di sicurezza”. A queste ipotesi si aggiunge anche quella che viene definita una “finalità premiale”, riservata al “cittadino straniero che abbia compiuto atti di particolare valore civile”.

La relazione che accompagna il decreto parte da una “sproporzione tra il numero di riconoscimenti delle forme di protezione internazionale espressamente disciplinate a livello europeo e il numero dei rilasci del permesso di soggiorno per motivi umanitari”. Inoltre, il decreto vuole disciplinare anche i reati che comportano la revoca della protezione umanitaria, ampliandone il ventaglio e comprendendo, “in caso di condanna definitiva”, ipotesi “delittuose di particolare gravità che destano allarme sociale”. Tra queste vengono considerati i reati di violenza sessuali e i reati di produzione, traffico e detenzione ad uso non personale di stupefacenti, oltre a reati di altro genere come rapina ed estorsione.

Il capitolo cittadinanza

Il decreto si occupa anche del “riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis, che attualmente opera senza limiti di generazione, e che negli ultimi anni ha determinato un incremento esponenziale di domande”. L’idea è quella di limitare “la trasmissione della cittadinanza ai discendenti in linea retta di secondo grado che possono documentare lo status civitatis del loro ascendente”. Inoltre si introduce la revoca della cittadinanza italiana concessa a cittadini stranieri che “rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale, avendo riportato condanne per gravi reati commessi con finalità di terrorismo o eversione”. Per i rimpatri, infine, il decreto prevede stanziamenti da 500mila euro nel 2018 e da 1,5 milioni di euro per il 2019 e il 2020.

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