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Migranti, ancora un naufragio nel mar Egeo: 8 persone annegate

Naufragio nel mar Egeo: secondo l’agenzia ufficiale Anadolu la Guardia costiera turca, intervenuta tempestivamente con due motoscafi, un team di sommozzatori e un elicottero, ha tratto in salvo 31 migranti e recuperato i cadaveri senza vita di altre 8 persone. Il barcone si sarebbe rovesciato a pochi chilometri dall’isola di Kos.
A cura di Annalisa Cangemi
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Una terribile tragedia del mare si è verificata questa mattina nel mar Egeo: 8 migranti hanno perso la vita. Il naufragio si è consumato al largo delle coste turche, dove un'imbarcazione con a bordo almeno 40 persone si è rovesciata. La Guardia costiera turca è stata allertata alle 07:20 di questa mattina. Citando le testimonianze dei sopravvissuti, la Guardia costiera ha spiegato che il barcone con 40 persone è affondato a pochi chilometri dall'isola greca di Kos.

Secondo l'agenzia ufficiale Anadolu la Guardia costiera turca, intervenuta tempestivamente con due motoscafi, un team di sommozzatori e un elicottero, ha tratto in salvo 31 migranti e recuperato i cadaveri senza vita di altre 8 persone. Le operazioni di ricerca stanno continuando. In base a quanto si apprende, si tratterebbe in gran parte di migranti afgani e pakistani. La tragedia ha avuto luogo al largo di Bodrum, nota località marittima turistica non lontana dalle isole greche, che costituiscono il punto di approdo dei migranti che dalla Turchia vogliono recarsi in Unione europea per poter ottenere lo status di rifugiato.

Sesto giorno di stallo per nave Sea Watch 3

Oggi è il sesto giorno di stallo per la nave Sea Watch 3, ferma al largo di Lampedusa con i 43 migranti rimasti a bordo, dopo il via libera allo sbarco, avvenuto ieri, di alcuni minori, donne incinte e persone malate. Ieri la Guardia di Finanza ha notificato a bordo della nave il decreto sicurezza bis appena entrato in vigore e che prevede multe da 10 a 50mila euro e l'eventuale confisca dell'imbarcazione in caso di ingresso in acque territoriali italiane. Matteo Salvini ha emanato un provvedimento in cui si esplicita il divieto di transito per la nave dell'organizzazione tedesca in acque italiane, divieto che è stato controfirmato anche dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta e dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. L'ong, dopo essersi rifiutata di riportare i naufraghi a Tripoli, continua a chiedere "un porto sicuro".

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