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Migliaia di bocciati al concorso per maestri elementari: “Livello culturale troppo basso”

In Emilia Romagna, nei due concorsi banditi per assumere nuovi maestri di scuola elementare e materna i commissari hanno dovuto bocciare una vera e propria moltitudine di aspiranti insegnanti a causa di pesanti lacune sia in termini di preparazione, che di tipo grammaticale.
A cura di Charlotte Matteini
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Oltre tremila e trecento insegnanti hanno cercato di accaparrarsi un posto da maestri di ruolo nella scuola statale partecipando a un concorso indetto in Emilia Romagna. I posti in palio erano 1.027 per la precisione e, stando al numero dei partecipanti, uno su tre avrebbe potuto passare il concorso e agguantare il posto a ruolo. I risultati delle prove scritte, però, hanno fornito in realtà un quadro allarmante e sono 826 partecipanti sono stati ritenuti idonei a sostenere la prova orale. Insomma, oltre 2400 aspiranti maestri sono stati bocciati senza appello, con motivazioni alquanto particolari. Non è poi andata meglio al concorso per la scuola dell'infanzia statale, dove su 2701 candidati, sono 448 sono stati ammessi all'orale. Il tasso di bocciature è notevole e l'ufficio scolastico regionale dell'Emilia Romagna è preoccupato dalla preparazione dei futuri insegnanti.

"Chi si è presentato non aveva la valigia degli attrezzi che occorre per entrare in una classe. Al concorso per l’infanzia il livello culturale dei candidati era basso, negli altri i commissari hanno rilevato una profonda competenza culturale ma uno scarso livello di preparazione di natura didattica", ha commentato il dirigente emiliano Stefano Versari. "Hanno giudicato senza rigori eccessivi. L’interrogativo da porsi è su come si stanno formando a livello universitario questi insegnanti. Un tempo uscivano dai vecchi istituti magistrali, magari non solidi sulla teoria ma più preparati a insegnare. Ora siamo passati a una formazione eccessivamente tecnica e disciplinare. Ancora non abbiamo centrato l’obiettivo. La fatica è improba e di fronte a tante bocciature ha poco senso. Il meccanismo è farraginoso, ma non è quello che ha determinato il fallimento. I bocciati non avevano le competenze fondamentali. Per entrare in una scuola ci vuole mestiere nel senso più alto del termine", ha commentato Versari.

La situazione, come spiegato, è preoccupante: sebbene l'età media dei partecipanti non sia così alta, più o meno sui 35 anni, i futuri insegnanti appaiono "pronti dal punto di vista teorico, ma incapaci di tradurre quanto studiato sui libri in una lezione". Non solo, negli scritti d'esame sono stati rilevati moltissimi errori grammaticali e di sintassi: "Purtroppo abbiamo visto anche questo nelle correzioni, c’era da mettersi le mani nei capelli. Le bocciature sono dovute a risposte superficiali, banali o troppo teoriche, non calate nella situazione reale. Dispiace, si percepiva che mancava la pratica", ha spiegato Emilio Porcaro, presidente coordinatore delle commissioni al concorso emiliano per la materna.

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