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“Mi sono fatta rompere le ossa per 600 euro”, parla vittima dei truffatori di assicurazioni

“Sono stata avvicinata al bar da una coppia che non avevo mai visto prima, mi hanno offerto birre e spinelli e non ero molto lucida e non capivo perfettamente le loro intenzioni altrimenti non avrei mai accettato di farmi fare del male” ha raccontato una delle vittime della banda di truffatori di assicurazioni e “spaccaossa” smascherata dalla polizia a Palermo.
A cura di Antonio Palma
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Seicento euro o poco, è quello che ha incassato una giovane donna siciliana per farsi rompere le ossa e fratturare gli arti dalla banda di truffatori di assicurazioni e "spaccaossa" smascherata nelle scorse ore dalle squadre mobili di Palermo e Trapani che hanno portato alla luce un vasto giro di falsi incidenti ideati per  intascare premi assicurativi. La donna è una delle vittime che hanno iniziato a parlare fornendo preziose indicazioni agli inquirenti sul modo di operare della banda. Come tanti altri anche lei era stata avvicinata con la promessa di ricevere una cospicua parte del risarcimento da centinaia di migliaia di euro di cui però alla fine ha visto appena poche centinaia di euro. "Sono stata avvicinata al bar da una coppia che non avevo mai visto prima mi hanno proposto di farmi lesionare al fine di inscenare un finto incidente stradale allo scopo di incassare il relativo premio assicurativo. Ho rifiutato ma si sono ripresentati nei giorni successivi fino a quando non ho accettato" ha rivelato la donna, spiegando però che in quel momento non era completamente lucida "perché mi avevano dato birre e spinelli, altrimenti non avrei mai accettato di farmi fare del male".

La donna quindi è stata portata in un appartamento dove le è stato somministrata una iniezione anestetizzante a gamba e braccia. "L'uomo di nome Giosuè mi ha fatto due punture, una nel braccio destro e l'altra nella gamba sinistra, la donna di nome Rita nel frattempo mi copriva la visuale con le sue mani mentre Giosuè mi colpiva violentemente più volte. Mi ha colpito almeno tre volte, sugli arti anestetizzati" ha rivelato la vittima. Poi è stata portata sul luogo dove inscenare l'incidente stradale. "Mi hanno fatto distendere per terra e subito dopo è giunta un autoambulanza che mi ha condotto al pronto soccorso dell'ospedale Civico di Palermo. Qui ho dichiarato, come istruita da Rita, che ero stata investita da un autovettura mentre mi trovavo alla guida di un ciclomotore" ha ricostruito la donna .

"Mi avevano detto che mi avrebbero fatto diventare ricca e con quello che avrei percepito dall'assicurazione mi sarei potuta comprare la casa ma ad un certo punto hanno cominciato a non rispondere più alle mie telefonate" ha rivelato la donna ai magistrati. Solo dopo varie insistenze, ha ricevuto prima duecento euro e poi altre quattrocento per le spese mediche. I soldi promessi però non so mai arrivati. Al contrario sono arrivati primi avvertimenti e minacce: "Sono stata fermata per strada da un ragazzo il quale mi ha detto che se avessi continuato a chiamare, avrei avuto problemi".

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