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Messina, la “catastrofica” crisi finanziaria del Teatro Vittorio Emanuele

Dopo il “Biondo” di Palermo e il “Verga” di Catania, anche il teatro “Vittorio Emanuele” di Messina diretto da Ninni Bruschetta è in crisi. Ma in sindacati non ci stanno e protestano contro la mancata approvazione del bilancio.
A cura di Redazione Cultura
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Teatro "Vittorio Emanuele" di Messina
Teatro "Vittorio Emanuele" di Messina

I sindacati la definiscono una "situazione catastrofica". È quanto emerge dalle dichiarazioni dei rappresentanti dei lavoratori relativamente alle difficoltà in cui versa il teatro messinese "Vittorio Emanuele" di Corso Garibaldi. Dopo quello di Catania e di Palermo, dunque, anche a Messina è crisi per il comparto teatrale.

La questione è estremamente delicata. Le maestranze, dichiarano i sindacati, non hanno ancora percepito gli stipendi di maggio e di giugno. “Siamo stanchi di assistere allo squallido teatrino, che si sta consumando al Teatro "Vittorio Emanuele". Un copione già visto, dai contenuti squallidi e ridicoli, che non tengono conto delle esigenze dei lavoratori e della città.  – dichiarano Clara Crocè (Segretario Generale della FPCGIL) e Rosa Raffa (responsabile del comparto) – Non vogliamo entrare in polemica con nessuno, ma è sotto gli occhi di tutti che la situazione finanziaria dell’Ente Teatro è catastrofica.”

I sindacati accusano di immobilismo la dirigenza del teatro messinese, colpevoli a loro avviso di non approvare il bilancio per ragioni di guerra interna. "Ci chiediamo quale ruolo abbiano interpretato sia il ‘democratico' presidente Maurizio Puglisi che il direttore artistico Ninni Bruschetta. Quello interpretato dall'ex sovrintendente Antonino Saija è ormai sotto gli occhi di tutti e lo sanno bene le maestranze che ancora devono percepire gli stipendi di maggio e giugno e che in atto non godono di nessun ammortizzatore sociale. Il sindacato non ha firmato cambiali in bianco con nessuno, neanche con l'attuale sovrintendente (Egidio Bernava, succeduto a luglio scorso al dimissionario Saija, ndr), ma dobbiamo dare atto che si è aperto un confronto sulla risoluzione dei problemi, mai avuto con Saija e Puglisi".

A questo punto, si chiedono i rappresentanti dei lavoratori, "nel caso in cui il bilancio non dovesse essere approvato, qual è la soluzione per liquidare quanto dovuto ai lavoratori? Quale sarà il futuro delle maestranze? Di certo, la FPCGIL, insieme a tutti i lavoratori, farà sentire la propria voce, organizzando manifestazioni di protesta.”

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