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Messina, addio al piccolo Moise che in due anni di vita ha vissuto sempre in ospedale

E’ morto all’ospedale di Messina Moise, il bimbo calabrese di 2 anni e mezzo affetto sin dalla nascita da una grave patologia che lo ha costretto a vivere sempre in ospedale. A darne notizia Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della regione Calabria, che aveva sollevato il caso.
A cura di Ida Artiaco
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"Moise è tra gli angeli. È mancato stanotte. Adesso solo silenzio… a tempo debito esigo chiarezza sul calvario che lo ha accompagnato nella brevissima vita. Ciao Moise, è stato un privilegio conoscerti". Con queste parole Antonio Marziale, Garante per l'Infanzia e l'adolescenza della regione Calabria, ha annunciato sulla propria pagina Facebook la morte, avvenuta all'ospedale di Messina, di Moise, il bambino calabrese, originario di Polistena, di due anni e mezzo, affetto da una grave patologia sin dalla nascita, che lo ha costretto a vivere sempre tra le mure degli ospedali.

Era stato proprio il Garante a sollevare il mese scorso il suo caso. La sua famiglia biologica di Moise non poteva occuparsi di lui perché non poteva permetterselo, trovandosi in una situazione di grave indigenza, così il bambino era stato destinato a una casa famiglia a Cagliari. Il suo trasferimento sarebbe stato urgente a causa delle sue condizioni di salute che lo esponevano, in ambiente ospedaliero, a ripetute infezioni. "Da oltre un anno – ricorda Marziale – il bimbo era stato destinato dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria a una casa-famiglia anche al fine di impedire che in ambiente ospedalizzato potesse, com'è avvenuto, contrarre ripetute infezioni che hanno aggravato le sue condizioni generali, comunque infauste circa la prospettiva di vita".

Proprio quando il trasferimento con un'eliambulanza sembrava cosa fatta, lo scorso 13 giugno, il piccolo ha avuto uno chock settico che ne ha impedito le dimissioni dall'ospedale di Messina, dove è deceduto. "Certamente, vi sarà molto da portare alla luce sul calvario di una brevissima esistenza che avrebbe meritato quella dignità che, nei fatti, è stata negata", ha concluso Marziale.

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