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Meloni: “Patto anti-inciucio? Niente accordi con Pd e M5S, per noi basta la parola”

Giorgia Meloni è d’accordo con la proposta di Salvini di siglare da un notaio un patto anti-inciucio, per vincolare il centrodestra a non allearsi con il Pd: “Ho proposto io un anno fa la sottoscrizione di una clausola”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Fratelli d'Italia, è stato il primo partito ad aver proposto la questione e unico partito a non essersi mai seduto al tavolo con Renzi, ed è assolutamente d'accordo con un patto di questo tipo". Giorgia Meloni rivendica la richiesta fatta da Salvini a Berlusconi di formalizzare da un notaio un patto anti-inciucio, che stabilisca con certezza la non alleanza del centrodestra con il Pd. "E chiederemo l'impegno formale a chiunque venga eletto nelle liste del centrodestra di non appoggiare mai un governo con il Pd o con il centrosinistra, per evitare scherzi il giorno dopo del voto. Vogliamo che il patto sia scritto nero su bianco e poi portato dal notaio", questo il contenuto dell'appello del segretario della Lega.

"Ho proposto io un anno fa la sottoscrizione di una "clausola anti inciucio" alla base dell'alleanza per dire che i nostri parlamentari, in nessun caso, faranno inciuci con le due facce della sinistra che sono il Pd e il Movimento Cinque Stelle – ha detto la leader di Fdi – "Poi se si vuole fare più formale o meno formale va bene, anche se nel mio mondo la parola d'onore vale anch'essa qualcosa. Se si vuole andare dal notaio andremo dal notaio". 

In un'intervista sul Messaggero Giorgia Meloni ha sottolineato che il suo partito non si è mai seduto a un tavolo con Renzi durante questa legislatura. Per le prossime elezioni poi ripete che la sua idea è quella di fare le primarie per la scelta del candidato premier. Sulla decisione dei giudici di Strasburgo, che probabilmente si prenderanno diversi mesi per decidere sull'incandidabilità del Cavaliere, decaduto per la legge Severino, Giorgia Meloni ha detto: "Un leader non si può abbattere così. Deve essere il governo a chiedere alla Corte di Strasburgo di pronunciarsi entro la scadenza della legislatura. Per me la prima scelta rimangono le primarie, ma vedo che gli altri puntano sul modello a tre punte, chi prende più voti vince la competizione interna". 

La leader di Fdi si prepara al congresso del prossimo 2 e 3 dicembre a Trieste. E puntualizza che sullo ius soli il Pd dovrebbe metterlo nel programma per le elezioni politiche: "Contro lo Ius soli abbiamo già raccolto oltre 100 mila firme. Per me è il primo punto del programma, se lo approvano chiederemo immediatamente il referendum abrogativo".

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