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Meloni contestata a Livorno, contro di lei bottiglie e sputi: “Aggredita dai centri sociali”

Giorgia Meloni è stata aggredita a Livorno da alcuni manifestanti subendo anche il lancio di bottiglie e sputi. “Livorno non vuole i fascisti, vattene”, hanno scritto sui cartelli i contestatori. La leader di FdI commenta: “Non sono stata contestata ma aggredita da quattro deficienti dei centri sociali”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una contestazione che lei stessa definisce come una vera e propria aggressione: è quanto avvenuto oggi a Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, a Livorno. Oggi pomeriggio la leader di FdI è stata nella città toscana dove ha fatto una passeggiata nel quartiere popolare di Sant’Andrea e proprio qui alcuni manifestanti le hanno prima cantato ‘Bella ciao’ e poi intonato cori come ‘Livorno è antifascista’. Sono anche partiti alcuni sputi verso la Meloni. Un cartello è stato esposto con su scritto ‘Livorno i fascisti non li vuole. Meloni vattene!’. La Meloni è stata anche raggiunta da una bottiglia di plastica durante la contestazione, quando stava entrando in auto per lasciare la città.

L’auto della Meloni è stata circondata dai manifestanti, ma il veicolo – protetto dalle forze dell’ordine – è riuscito a partire nonostante qualcuno, secondo quanto spiega FdI, l’avrebbe anche preso a calci. Secondo quanto riportato da alcuni media la contestazione è partita da persone appartenenti all’area antagonista. “A Livorno – dichiara Giorgia Meloni – oggi le due Italie che si confrontano il prossimo 4 marzo: da una parte Fratelli d'Italia che parla con i commercianti, con le persone comuni, di sicurezza, di tutela del piccolo commercio, di identità, di marchio italiano. Dall'altra i soliti quattro deficienti dei centri sociali che quattro giorni fa in branco prendevano a calci un brigadiere dei carabinieri mentre era a terra e che oggi vogliono impedire a me di parlare. Scegliete da che parte stare, italiani. Scegliete se stare dalla parte degli antidemocratici o della democrazia e della libertà”.

La Meloni si rivolge poi a Grasso, Renzi, Boldrini, Minniti e agli altri esponenti di sinistra: “Se quello che è accaduto a Livorno – dice – fosse successo a qualche esponente di sinistra ci sarebbe qualcuno che chiederebbe l'intervento dei caschi blu dell'Onu. Non sono stata contestata come vedo sta riferendo certa stampa ma sono stata aggredita. Sono stata insultata e mi hanno sputato impedendoci di parlare e di incontrare i commercianti che da troppi anni combattono con la crisi”. “Vorrei sapere dalla Boldrini, da Grasso, Minniti, Fiano, Renzi chi è qui l'intollerante – conclude Meloni – chi è il problema. Questi sono gli stessi che prendono a calci i carabinieri a Piacenza”.

La solidarietà di Minniti e Pinotti

Il ministro dell'Interno Marco Minniti ha telefonato a Giorgia Meloni per esprimere "la propria solidarietà e l'impegno a garantire tutti gli spazi di libera espressione democratica nel nostro Paese". Piena solidarietà è stata espressa anche dal ministro della Difesa Roberta Pinotti: "Inaccettabile l'aggressione nei suoi confronti a Livorno. Confido vengano individuati al più presto i responsabili. La democrazia consiste nel rispettare le idee altrui, sempre!", scrive su Twitter.

L'ufficio stampa del Pd si è espresso attraverso una nota sulla vicenda: "Anche se numerose forze politiche sono state silenti quando nei giorni scorsi un fascista candidato della Lega, dopo aver ferito 6 innocenti ha sparato contro una nostra sede, noi esprimiamo ferma condanna per l'aggressione subita dall'on. Giorgia Meloni alla quale va la nostra solidarietà. La democrazia è un bene prezioso riconquistato all'Italia. Un bene che nessuno può negare ad altri. L'augurio è che i responsabili siano individuati e che si possa recuperare il senso più profondo di un civile e maturo confronto democratico".

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