320 CONDIVISIONI

Medico per anni le dà della “malata immaginaria”: lei invece aveva un tumore alla tiroide

Una donna livornese ha ottenuto un risarcimento di 50mila euro dopo una battaglia legale lunga 18 anni.
A cura di D. F.
320 CONDIVISIONI
Immagine

Lei si era convinta di avere una malattia grave alla tiroide, ma il suo medico  – dopo averla frettolosamente visitata – e aveva dato dell'ipocondriaca. Roberta – nome di fantasia di una donna di Livorno – era invece malata di tumore per davvero: un carcinoma midollare che avrebbe potuto essere diagnosticato quattro anni prima e forse sconfitto se la donna fosse stata ascoltata. Lei fortunatamente ha fatto causa civile e, dopo 18 anni di battaglia legale, ha vinto: otterrà un risarcimento di 50mila euro. Lo riporta Il Tirreno.

"Era un momento particolare della mia vita – ha spiegato Roberta -. Mi ero da poco lasciata con il fidanzato dopo una lunga storia importante. E succede spesso che in certi periodi, in cui una persona è visibilmente giù, tutto quello che le capita venga attribuito alla sfera psicologica. La prima volta, nel 1993, andai dal medico perché, toccandomi, per caso avevo sentito una pallina sul collo, lato sinistro. Lui disse che non era niente. E aggiunse che essendo io molto magra, era normale che le ghiandole si notassero di più. Avevo 25-26 anni". Quel nodulo però continuava a ingrossarsi e quando la donna si recava dal dottore per dirglielo lui le dava dell’"ipocondriaca" o della "malata immaginaria". "Io sapevo che non era così – ha proseguito – Non sentirmi creduta mi faceva stare male, anche perché persino i miei erano scettici".

Era il 1995 quando quella famosa pallina ha iniziato a far male. Roberta pensò che a quel punto il medico le avrebbe dato retta. Invece: "Il dottore non mi ha fatto eseguire esami, nemmeno un’ecografia. Solo dopo, spinto da me, si convinse a prescrivere qualche accertamento. Nel gennaio 1996 mi consigliò una visita dal pneumologo e nella prescrizione annotò ‘adenopatia laterocervicale sinistra dolente da circa un anno’ ammettendo così che io almeno, dal 1995, lo avevo informato del problema. Anche se in realtà io lo avevo messo al corrente già da due anni prima". Questo documento si rivelerà fondamentale per le indagini perché dimostra che il dottore sapeva.

La svolta nel 1997 con un consiglio arrivato da un veterinario, amico di famiglia. "Mi consigliò di fare un’ecografia. Io non ci avevo mai pensato: essendomi rivolta spesso al dottore e avendomi lui rassicurato, per me andava bene così". Quell’esame si rivelò decisivo, perché svelò la presenza di un nodulo solido, che poi tac e biopsia hanno identificato come carcinoma midollare della tiroide.

320 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views